Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 2. tardò molto ed egli, per mezzo del suo vicario generale Nicolò Galerio, potè di nuovo far rinnovare tutte le disposizioni prima impugnate su le rappresentazioni e le danze, su le festività e i giorni festivi e sulla chiusura delle porte laterali del duomo.1 II Borromeo difese trionfalmente, contro le obbiezioni, il suo quarto sinodo provinciale, che il papa stesso scorse tutto, e gli riuscì di porlo al sicuro contro ulteriori attacchi per mezzo dell’approvazione pontificia.2 - Un tale risultato non l’avrebbe atteso nessuno. Proprio durante il viaggio di Carlo a Roma, essendosi trattenuto alcuni giorni a Ca-maldoli si sparse la voce che egli per sfiducia sarebbe diventato Camaldolese,3 e del resto spesso era stato predetto ch’egli non tornerebbe più a Milano.4 Ayamonte, non ostante, aveva creduto necessario inviare una nuova ambasceria a Roma per rinnovare le vecchie accuse. Ma proprio al suo arrivo essa restò meravigliata intorno al Borromeo, alla notizia, che egli era per partire per la sua siede e che perciò diventavano inutili nuove discussioni.5 Il giubilo con cui fu accolto reduce a Milano6 sventò tutte le dicerie che con tanta insistenza erano state diffuse, che cioè egli fosse in odio presso il suo popolo; anzi il zelo, con cui Milano, alcuni giorni appresso incominciò la prima domenica di quaresima, nel modo voluto dal Borromeo, si trasformò in una splendida giustificazione contro le accuse, ch’egli favorisse cose più alte, di quello che la media dei cristiani possa o voglia compiere. Si tratta di cose, dovette l’arcivescovo scrivere a Madrid,7 che davano occasione a molti e interminabili litigi, a peccati carnali, odii, inimicizie, omicidi : d’altra parte egli ben conosce i suoi buoni mila- chiamato da Sua Beatitudine cou, la quale sta spesso in longhissimi ragionamenti». Così rinviato di Venezia. Giovanni Corraro, presso Sala, Docum. II, 470. Una notizia coeva sulla dimora del Borromeo in Loreto durante il viaggio di Roma 1579, in San Carlo Borromeo 458. 1 Bascatè 1. 5, e. 8, p. 126b. 2 Bascapè 1. 5, c. 7, p. 126". Sala, Docum. II, 208, n. 314. » Bascapè 1. 5, c. 7. p. 124t>. « Con loro [i Camaldolesi] stette rinchiuso sei giorni, separato dalla sua famiglia ». Corraro loc. cit. * « ... che senza fallo aiuterebbe a Konia. ne gli saria concesso più di ritornar a Milano». Giussano 370. 5 Bascapè 1. 5, c. 7, p. 126 s. <> « Incredibile est. quantum gaudii et iueunditatis invisus ille dictus et into-lerabilis adventu suo excitaverit in universa civitate etc. ». Ibid. c. 8, p. 128 s. ? Ibid. c. 11, p. 137". — « Pare ad alcuni, ch’io costringa questi popoli a cose de perfettione, non permettendo balli etc.... Ma quando anco queste fossero opere de perfettione, se per via di diligenza et sollecitudine le potessi introdurre nel popolo, non però dovrei lasciar di farlo, nè potrei senza gravissimo peccato; imiierocchè se Iddio mi lia fatto gratia di un popolo buono, facile et ben disposto al bene più di quanti io habbia mai conosciuto, io son tenuto a secondare la sua buona opinione ». Borromeo al confessore di Filippo II, presso Sala. Docum. II, 91.