Persistere del brigantaggio. Una fama non meno cattiva l’aveva Lodovico Orsini, che nel suo palazzo dava ricovero a banditi. Senza riguardo all’immunità da lui pretesa, la sera del 26 aprile 1583, il capo della polizia Gian Battista della Pace, penetrò con i suoi sbirri nel palazzo per arrestarvi due banditi, che nel territorio montuoso di Norcia avevan fatto devastazioni con il ferro e con il fuoco. Allorché essi dovevano venire portati via, si opposero alla polizia, Lodovico fratello di Raimondo, Siila Savelli, Ottavio de Rustici, Pietro Gaetani, Emilio Capizucchi ed altri nobili. Ne sorse un alterco, quindi una lotta, in cui Raimondo Orsini, Siila Savelli, ed Ottavio de Rustici perdettero la vita.1 Lodovico Orsini giurò vendetta del fratello ucciso. Tutti i nobili, a capo Paolo Giordano e Lodovico Orsini, si intesero offesi ; le masse popolari a loro devote vennero in un’agitazione impressionante. Giacomo Bon-compagni fece vani sforzi per calmare gli animi infiammati. Era, dice un informatore contemporaneo, come se si fosse in Sede vacante, o il nemico si trovasse nella città, come nel Sacco del 1527.2 Dinanzi al minaccioso contegno della folla il capo della polizia prese la fuga, mentre i suoi sbirri si nascondevano. Anche l’attempato governatore della città, Vincenzo Portico, cercò in Vaticano un rifugio sicuro. Gregorio XIII fece chiudere le porte del suo palazzo, e mettere in posizione le artiglierie. Di fronte all’illimitata irritazione e confusione ed al pericolo che minacciava da parte dei numerosi banditi che si trovavano nella città, egli credette in ultimo di dover cambiar rotta; nominò un nuovo governatore della città, ed emanò un ordine di arresto contro Pace e i suoi sbirri. Dove il popolo scopriva gli infelici, li uccideva in maniera crudele. Pace, a mezzo dei conservatori, fu portato innanzi al giudice e decapitato! Per l’impotenza del governo i conservatori avevano dato ordine ai caporioni, di assumere la sorveglianza della città.3 II papa raccolse truppe e raddoppiò la scorta al suo palazzo. Si disse, che egli chiamerebbe 2000 svizzeri. Se questo si avvera, dice un contemporaneo, se ne pentiranno quelli che abusano della dolcezza e bontà, ed arrendevolezza di Gregorio XIII.4 1 Sul tumulto del 26 aprile 1583, che Grottanelli (p. 71) erroneamente mette al 26 agosto, cfr. oltre le fonti usufruite da Gnoi.i (loc. cit. 152 s.), delle <ì«ali è importantissima la lettera di Donato del 30 aprile 1583 (in Mutinelli '• 140) anche Sartori, Autobiografia XIII, 155, la * relazione del 26 aprile 1583 >n Va r. Polit. 150, n. 158 dell’A r c li i v i o segreto pontificio e la concisa * relazione di Odescalclii del 30 aprile 1583, Archivio Gonzaga in il a n t o v a . 2 Cfr. * Avviso (li Roma del 30 aprile 1583, Urli. 1051, p. 197, Biblioteca Vaticana. iGfr. Majtei li, 358. 3 Cfr. Gnoh loc. cit. 156 s. 4 Vedi * Avviso di Roma del 4 giugno 1583, Uri). 1051, p. 239, Biblioteca Vaticana. iSulla vendetta che Lod. Orsini ne prese nel settembie 1583,