274 Gregorio XIII. 1572-1585. Capitolo 6. vescovo Goldwell di Saint Asaph, esule dimorante in Roma, e alle sue relazioni con l’avventuriere Stukely, il cui progetto per la liberazione dell’Irlanda non si era ancora mostrato una chimera, crebbe presto Lewis molto in favore presso il papa; egli diventò referendario apostolico e tutte le questioni inglesi passarono per le sue mani.1 Per mezzo del datario Contarelli egli progettò ora al papa di accogliere in Roma, fra i cappellani dell’antico ospizio Inglese dei pellegrini, alcuni giovani i quali si dedicassero allo studio e più tardi dovessero venire adoperati nelle missioni di Inghilterra. Gregorio XIII aderì volentieri al progetto. Alien che nel 1576 si trovava in Roma, desiderava ugualmente di potere alleggerire il collegio di Douai già troppo pieno, colla fondazione di un simile istituto, e dopo il suo ritorno, nello stesso anno 1576, vi inviò alcuni dei suoi aiunni Lewis d’accordo con il superiore dell’ospizio Inglese dei pellegrini, il suo compatriota Maurizio Clenock, stabilì che i cappellani dell’ospizio venissero mano mano soppressi, e al loro posto accettati degli studenti. L’amministrazione e la direzione fu fissata a mezzo di due Gesuiti.2 Presto il nuovo seminario accolse circa 40 alunni, fra i quali 8 celtici wallesi. L’antico contrasto fra Inglesi di origine celtica e sassone portò presto, anche in terreno romano, ad un così grave dissenso, che solo un intervento personale di Gregorio potè ristabilire la pace nel seminario. La direzione del collegio il wallisco Lewis l’aveva affidata alle mani del suo connazionale Clenock, ma presto si levarono lamenti sopra lamenti per il predominio dei Celti. Contro Lewis fu portata in campo la sua amicizia con l’immorale Stukely e la sua parzialità per i suoi stretti compatrioti; al vecchio Clenock, inesperto nella direzione dei seminari si rimproverava ugualmente che egli favorisse fra i suoi alunni i pochi Celto-britanni trascurando i restanti. Si giunse tanto oltre che 33 seminaristi inglesi si rivolsero al cardinale protettore Mo-rone con un esposto e per il tramite del maestro di camera 1 * « Cui cum Gregorius praebere aures ineiperet, ille autem Archidiaconuin in intimarli sibi amicitiam accepisset, factum est, ut hac occasione singula fere deinde, quae ad Angliam aut Hiberniam pertinerent, ad Archidiaconum pr° ilio tempore Pontifici referrentur ». Brevis narratio loc. cit. 2 Sacchixtjs P. IV, 1. 7, n. 16. Alien avrebbe desiderato che i Gesuiti avessero assunto intieramente il collegio; cfr. la sua lettera del 20 ottobre 15|S ibid. n. 18 s. 3 * «quod homini tam dissolutis moribus ac perditae vitae quam erat Stukleii' ipse sacerdos tam intimus esset». (Brevis narratio loc. cit.). Il card. Sega nell** sua relazione sulla visita del collegio Inglese del 1590, in Foi-ey VI, 6 s., < • un giudizio molto sfavorevole sull’influenza di Lewis. Secondo Sega I-*"1 aveva la colpa di tutti i disordini del collegio. Gregorio XIII gli imPose 1-11 questo di lasciare Roma. Ibid. 8.