Influenza decisiva di Carlo Borromeo. 23 catore di corte Francesco di Toledo.1 Una relazione anonima scritta due anni prima menziona ugualmente il Toledo, la cui franca parola sarebbe stata sostenuta dai monsignori Carniglia e Frumento, e dal datario Cantarelli.2 L’influenza di questi uomini, che giustamente tenevano alta la tradizione di Pio V, non può essere discussa; quegli poi che proprio negl’inizi del nuovo pontificato decise la possibilità di un cambiamento di metodo e il trionfo della rigorosa direttiva riformatrice, fu Carlo Borromeo; a lui s’appartiene il merito che Gregorio XIII abbia deciso di proseguire per la via battuta da Pio V. 3 Le relazioni del Boncompagni con Carlo Borromeo ebbero perciò il carattere di profonda intimità; egli doveva principalmente all’arcivescovo di Milano il suo interno cambiamento. Come segretario di Stato di Pio IV, aveva il Borromeo in ogni guisa appoggiato il dotto e disinteressato prelato bolognese, ed infine era riuscito al suo elevamento a cardinale.4 Nessuna meraviglia che la sua parola pesasse ora nella bilancia; se anche egli riusciva talvolta molesto al papa per le sue incessanti sollecitazioni che riguardavano sempre elevatissimi problemi, pure c questi guardava con sincera gratitudine e venerazione quell’ uomo che superava tutti gli altri per la sua santità. Cesare Speciani dice espressa-mente, che Gregorio XIII abbia preso molti provvedimenti dietro suggerimento del Borromeo, cui porta una stima quasi incredibile per non dire rispetto, e che da lui si lascia dir tutto, sia nei pub- 1 P. Tiepoi.o 213. Su Toledo v. Hurter I, 90 s. Le prediche