Ì58 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 3 d. mostrò anche con Carlo V benigno nel concedere grazie,1 rifintando però senz’altro il permesso chiesto dall’imperatore di arruolare truppe nello Stato pontificio colla ragione che, volendo egli essere neutrale, non poteva dare simile licenza nè all’uno nè all’altro partito.2 Addì 28 febbraio del 1536 venne emanata la proibizione per tutti sudditi nello Stato pontificio di prendere servizio presso un principe straniero senza speciale licenza.3 Nel gennaio del 1536 il papa fece conoscere abbastanza chiaramente il suo punto di vista riguardo al negozio milanese parlando coll’inviato veneto: esso era: il ducato non deve ricadere nelle mani nè dell’imperatore nè di Francesco I; soltanto conferendolo a un terzo, come il duca d’Angoulème, il quale sarebbe come un principe italiano, sarebbe possibile preservare l’Italia dall’estremo servaggio e da continue guerre.4 Il progetto conciliativo del papa non aveva però nessuna aspettativa d’accettazione neanche da parte degli imperiali. Gli uomini di stato spagnoli non intendevano rigettare la candidatura del duca d’Angouléme, ma vi attaccavano tali condizioni che mettevano il nuovo duca totalmente nelle mani di Carlo.5 Onde rendere condiscendente il papa si fece anzi nel consiglio di stato la proposta di occupare Parma e Piacenza. E poiché le truppe di Carlo V stavano a Siena e nel Napoletano ed i Colonna tenevano per lui, Paolo TU si sentì in pericolo a Roma, dove erano convenuti molti Spagnoli ed era vivo il ricordo del Sacco del 1527, e perciò fece mettere in stato di difesa Castel S. Angelo, assoldò truppe e pensò anche seriamente di assicurare la sua libertà fuggendo a Civita Castellana. fortezza situata in alta posizione.0 Allorché gli pervenne la notizia di questo progetti, Carlo V, in vista dell’imminente nuova guerra colla Francia, reputò opportuno cambiar tono. In circoli diplomatici, corse voce, che Carlo V avesse scritto al papa una lettera ossequiosa, nella quale si sarebbe perfino dichiarato consenziente alla proibizione di arruolamenti in Roma.7 1 Cfr. il * breve )a (Carlo V ¡del 14 febbraio 1536 (concede che gli ecclesiastici regni Siciliae ultra ÌPharum possano contribuire alla somma di 250,000 ducati promissa per magnate» regni). Min. hrev. Ann. 41, t. 1, n. .9-}. Archivio segreto pontificio. 2 Cfr. Gayangos V 2, ¡n. 84; CaEdauns, Paul III. 187 s. 3 * Min. brev. Arni. 41, t. 1, ¡n.. Ufi. Archivio segreto pontificio. 4 V. la relazione Bragadino del 1J8 gennaio 1536 presso Capasso I, 151. 6 Vedi Weiss, Pop. d’état ri, |395s. ; Baumgarten, Karl V. Ili, 181 s. 6 V. Nuntiaturberiohte I. 68 s„ 70s. ; Capasso I, 157; Cardauns, Paul III. 182 s. I41 riunione di truppe (in .Roma è ricordata anche dalla * Vita di D. Alfonso d’Avalos in lVod. 34, E. 23, f. 236 della Biblioteca Corsini 'in Roma. Una pasquinata del 28 febbraio 1536 con menzione del Sacco in Lett. and Pap., ed. Gairdner X, n. 367. 7 Cfr. in App. n. 17 |la * relazione di Bragadino del 10 marzo 1536. A r -qhivio di iStato in Venezia.