310 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 <1. Addì 22 luglio, dopo avere poco prima ricevuto le lettere di Farnese del 7 e 10 dello stesso mese, Contarmi ebbe udienza dall’imperatore, alla quale assistettero anche Morone e Verallo. Alla comunicazione che il papa s’era già rivolto a Venezia per avere Vicenza, Carlo rispose che i Tedeschi desideravano un concilio in Germania. Oltre altri motivi, il legato fece valere in contrario quello specialmente, che, come credeva con sicurezza, il papa intendeva intervenire di persona al concilio, cosa non possibile anche solo per ragione della sua età avanzata qualora esso avesse luogo in Germania. Quanto alla lega Carlo dichiarò che v’entrerebbe soltanto a condizione che altri non fosse padrone di coinvolgerlo per i suoi interessi privati in una guerra,. Relativamente al progetto di tolleranza invece il legato volle da Carlo la concessione fatta veramente a malincuore, ch’egli intendeva abbandonarlo conforme al desiderio del papa e rimettere tutto al concilio.1 Fu quindi tanto più penosa la sorpresa del Contarmi quando gli venne sotto gli occhi il nuovo recesso presentato dall’imperatore,2 in cui, senza avergliene dato prima comunicazione secondo le assicurazioni più volte fatte in precedenza, Carlo V dichiarava, che nell’imminente convegno col papa si metterebbe d’accordo con lui intorno alla prossima convocazione d’un concilio ecumenico ; che, ove questo non potesse aver luogo, era sua intenzione di sollecitare un concilio nazionale ed, ove questo pure non s’avverasse, d’indire una nuova dieta dell’impero intervenendovi personalmente.3 Onde non lasciar passare la promessa del concilio nazionale senza contraddizione, Contarini indirizzò in data del 24 luglio una lettera all’imperatore, un’altra a mezzo del cardinale di Magonza alla dieta, nelle quali invitava gli Stati a sopprimere l’aggiunta relativa al concilio nazionale, per essere manifesto che in un sinodo di tal fatta non potevano decidersi controversie dogmatiche e che era nullo e di nessun valore quanto vi si sarebbe deciso.4 1 Contarini a Farnese il 22 'luglio presso Schitltze in Zeitaphr. fur Kir-cltengesoh. XII, 181-183; cfr. Bittmcii, Contarmi 761. ss. e Reqeaten 217. 2 Fresco Ehbes IV, 200 s. colla data del 20 luglio 1541. ma certo & solo del 23 o 24 (cfr. ibid. 200, n. 2). Cfr. .Tanssen-Pastor III”, 50S ; Pitteicii. Contarini 763 ; Korte 44. 3 Sui rapporti di questo abbozzo <1©Ua redazione definitiva del recesso letto il 29 luglio alla chiusura della dieta cfr. Ehses IV, 201, n. 1. Il primo non contiene ancora la precisa determina ziione, che il concilio ecumenico, n1 quale avanti tutto deve tendersi, sia da tenersi in Germania, nè si fissa la data, che la nuova dieta debba indirsi se entro 18 mesi non si tenga il concilio generale o nazionale. — Korte flà il eseguente giudizio (p. 46) : « Singolare fu sopra tutto t’atiteiggiamento delil’imiperatore. Dopo che sulla bella prima aveva fatto aspra resistenza alla riconvocazione del concilio, all’improvviso rimise tutto al beneplacito del papa, per farsi alla fine con lenta conversione rappresentante precisamente delle tendenze più odiate in Curia. E tutto ciò nel corso d’un mese ! ». * Cfr, Pittiìiph, Contarini 764 e Regesten 219 ; Pajam’ìWNI Ub, 4, c. 15. n. S.