Paolo III a Nizza. 187 Quantunque molti opinassero che si potesse ottenere non già la pace, ma soltanto una tregua, pure circa questo tempo il papa e i suoi nutrivano ancora la speranza che si riuscirebbe a un componimento durevole.1 Paolo III credeva che senz’altro per prudenza politica l’imperatore concluderebbe la pace.2 Il 13 maggio Pier Luigi Farnese partì a prendere possesso del castello di Nizza.3 Due giorni dopo il papa s’imbarcò a quella stessa volta, ma avvicinandosi al porto di quella città ricevette la brutta notizia, che veniva ricusata la consegna del castello. Anche all'ultimo momento Carlo V aveva cercato di indurre il duca a ceder in questa questione, quando il presidio insieme coi sospettosi abitanti di Nizza insorse dichiarando che non tollererebbe la cessione del castello nè al papa nè all’imperatore. Paolo III quindi il 17 maggio si vide costretto a prendere abitazione nel convento dei Francescani fuori della città.4 Se già il viaggio aveva causato molte molestie, la dimora nell’angusto convento era non meno pesante, ma il vecchio pontefice, tutto zelo per la pace, sopportò con vigoria giovanile tutti gli incomodi. 5 L’imperatore rimase a bordo della sua galera a Villafranca. Due giorni dopo fece con grande seguito la sua visita al papa. Questa prima conferenza dei due capi della cristianità ebbe luogo nel convento dei Francescani, trattandovisi principalmente, come Paolo III comunicò all’inviato veneziano, del rifiuto del castello di Nizza, di faccende cerimoniali e quanto alla pace solo di questioni generiche. L’imperatore si mostrò sommamente irritato col duca di Savoia e sospettava che la sollevazione del presidio non fosse che un pretesto e pensava di trattare per l’avvenire col papa soltanto sotto conveniente presidio militare o fors’anco sulla sua galera. Anche a Paolo III fu oltremodo sgradito il rifiuto del castello, non solo perchè lo obbligava ad una residenza incomoda, ma per un altro motivo ancora; egli cioè temeva che Francesco I prendesse occasione dall’incidente per non comparire e perciò spedì ancora una volta presso il re il nunzio Ferreri.6 1 V. le * relazioni di A. NiocoUni da Savona 11 e 13 maggio 1538. A r- . chivio di State in Firenze. 2 Venet. IJepeschen I, 39. 3 V. la * relazione di A. Niccolini del 13 maggio 1538. Archivio di Stato ¡in Firenze. 4 V. Venet. Depesohen I, 45 s. ; Nuntiaturberiehte II, 287, n. 2. Nessun documento fa cenno che papa e imperatore pretendendo il1 castello avessero un cattivo secondo fine contro Carlo dii Savoia ; probabilmente l’imperatore voleva -empiicernente impedire che il castello non venisse forse in potere dei Francesi (vedi Segre in Atti d. Accad. dei Lincei, CI. star. V 10, 82 s. ; Seghe, Carlo III 6). Non mi fu accessibile la piccola monografia di Besse, Entrevuc h Nice, Nice 1901. 5 Ofr. le * lettere al nunzio portoghese in data di Nizza 2 maggio e 19 giugno 1538. Archivio segreto, pontificio, Carte Farne», 2. 0 Venet. Depezcltcn I. 48. 51 s. e Pendagli*, ed. Antonei.i.i 16 s. Quest'ul-