Nuovi rapporti tesi tra imperatore e papa. 469 notizia della presa decisione.1 Invano egli ed i prelati là presenti attesero l’arrivo della bolla per Jpoter poi partire ;2 solamente ai 25 di luglio essi ricevettero un breve colla facoltà d’allontanarsi, dopo di che Morane partì e gli altri prelati si dispersero.3 Per notificare la sospensione del concilio colla motivazione di questa misura furono bentosto spediti dei brevi anche a un buon numero di metropoliti e principi.4 La proroga del concilio era indubbiamente giustificata perchè date le condizioni delle cose allora, non potevasi aspettare nulla di vantaggioso.5 Non mancarono però voci, le quali rappresentarono il provvedimento siccome una vendetta perchè l’imperatore avesse frustrato il piano pontifìcio relativo a Milano. Va lasciato indeciso fino a qual punto Carlo V condividesse tale veduta. È cosa fuori di dubbio, che le sue relazioni con Paolo III sii fecero sempre più difficili quando scomparve ogni speranza di ottenere Milano per Ottavio Farnese.6 E s’aggiunsero parecchie altre cose. Al fine di mantenere i protestanti nella loro inazione la diplomazia imperiale si diede premura perchè essi avessero cognizione delle relazioni tese tra i due capi della cristianità. A tal uopo venne diffusa per le stampe in versione tedesca l’acre lettera che Carlo V aveva diretta a Paolo III il 25 agosto 1542.7 Con ciò il documento ottenne un’importanza maggiore. È chiaro quanto tal passo dovesse recare offesa in Roma.8 La nuova tensione fra imperatore e papa doveva condurre a un avvicinamento di Paolo III a Francesco I e ciò tanto più perchè il partito di Carlo V nel Collegio cardinalizio era molto scemato.9 1 Ehses IV, 352. 2 Morone a Farnese 12 e 25 luglio 1543 (ibid. 352, n. 3, 356). 3 Cfr. ibid. 356, n. 3. 4 II breve al cardinale di Magonza da Bologna 10 luglio 1543, ibid. 355 s. ; similmente agli arcivescovi di Salisburgo, Treviri, Brema, Besangon, Gnesen, in fiata 21 luglio ai duchi Guglielmo e Luigi di Baviera e al re di Polonia (cfr. ibid. 356). 5 K. A. Mrnzet, II, 310. 6 Secondo la * Vita di Alfonso d’Avalos Marchese del Vasto (manoscritto in Cod. 3Jf E 23, f. 267 delia Biblioteca Chigi in Roma) in questa questione Carlo V avrebbe fatto impazzare addirittura il papa. 7 Cfr. Ehses IV, 238. Sulla lunga e violenta apologia di Francesco I del 1543, che cerca di riversare le accuse sull'imperatore, cfr. Palla vie cni lib. 5, <*. 1, r‘- 3; Ehses IV, 245, n. 2. 8 Paolo III lasciò (y. * Diarium del Guai.thrtl’s. Archivio segreto Pontificio) Bologna l’il di luglio, si fermò ad Ancona dal 20 al 23, a Perugia dal 30 luglio all’8 agosto, dal 13 al 16 a Viterbo ritornando in Roma il 19. 9 Fin dal 30 marzo 1543 il cardinale E. Gonzaga in una * lettera al marchese del Vasto parla dei * « (pochi servitori, che si truova S. M. nel collegio nostro, per la qual cosa un dì potriamo vedersi far un papa tutto francese», che potrebbe far molto danno. Addì 12 dicembre 1543, in una * lettera a D. Ferendo in occasione della morte del Cardinal Grimaldi, il cardinale rileva non