Documenti inediti e comunicazioni d’archivi. N. 33, a. 1538. 801 quia putaverat eos venturos; et illie vocato domino Aurelio camerario assistente misit eum ad capiendum vota dominoriun cardinalium ab-sentium . . . Copia Diarium. Arni. 12, t. 56, f. 606-607. Archivio segreto p ou t i f i c i o. 33. Estratto dalla relazione di Marcantonio Contarmi (1538).1 Nove ambasciatori hanno rappresentato a Roma la repubblica di Yenezia al tempo di Paolo III: 1534-1535 Aut.. Soriano, 1535-1536 Lorenzo Bragadino, 1536-1538 Marcantonio Conta rini, 1538-1540 Giov. Ba-saidónna, 1540-1542 Gabriello Venier, 1542-1544 Francesco Venier, 1541-1546 Giov. Ant. Venier, 1546-1548 Niccolò da Ponte e 1548-1550 Matteo Dandolo. Si conoscono relazioni soltanto di Soriano e Dandolo (Ai.-bbri 2 Serie III, 295 ss., 333 ss.). Un estratto dalla relazione di Marcantonio Casanova, mancante nell’Archivio di Stato in Venezia, del 1538 è citata da Ranke (Pàpste In, 158 a) da «un manoscritto sulla guerra turca d’allora dal titolo: Tre libri detti commentarti della guerra 1537 1538 1539 in mio possesiso» e se ne comunica un passo. Io trovai questo manoscritto nel 1882 nella Biblioteca1 Méjanes in Aix nel Cod. 670 sotto il titolo: Dei Commentarti della guerra del 1537 con ¡8 ulta n. Soliman signor de’ Turchi. Una mano posteriore vi ha aggiunto: ascritto il tutto dal sig. Lungo». Dopo fui fatto avvertito anche di altre copie, cioè nella M arci a n a in Venezi a (It. cl. VII, Cod. 1285, citato da de Leva [III, 254] e forse usato anche da Raxke [Deutsche Ge'sch. IV, 118], dove però è citato solo Ms. Venet.), nella Biblioteca del Seminario a Padova, nella Bib 1 io -te c a di Siena (Cod. K 111 3) e finalmente nella Biblioteca di Corte e di Stato i n M onaco ( Cod. ital. 537 e 538) : però il primo codice Monacese è incompleto: manica precisamente l’estratto dalla relazione di Contarmi, che nel codice di Aix, f. 186b ha il seguente tenore : « Relatione di Marcantonio Contarmi .tornato dall’ambass“ di lìoma. Poi ni. Marcantonio Contarmi cavalier tornato dall’ambaseiaria -di Roma fece la sua relatione. Disse che egli era stato a quella corte ventiotto mesi, nel qual tempo era seguita la rotta della guerra, la lega cai pontefice et con l’imperatore. Trascorse tutte le cose successe. Accusò Andrea Doria che l’anno passato non s’liavesse curato di liberare la christianità da i pericoli della tirannide de Turchi et disse che il pontefice, tutta la corte et tutti i Christiani si tenevano offesi da lui. Narrò il maneggio dello accordo del duca d’Urbino col pontefice delle cose Idi Camerino. Disse che il pontefice hàvea benissimo animo verso questo stato, isi perchè era consigliato a tenere buona in-telligentia seco, cóme anco perchè da ise medesimo conoscea che di qui 1 Ofr. sopra p. 24, 140, 194. Pastok, Storia dei Papi, V. 51