262 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 b. con ciò riconoscere il primato, come fecero rilevare, i protestanti rimisero all’imperatore l’ammissione d’un rappresentante pontificio, dii cui a Francoforte era stata deliberata l’esclusione. Dal canto loro i cattolici ammisero, che si ponesse a base delle trattative la confessione Augustana insieme coll’apologia della stessa.1 In ciò stava un’importante concessione, poiché precisamente su questo punto i protestanti riponevano grande valore sperando essi di potere così guadagnare nuovi aderenti colla discussione delle loro dottrine dinanzi a un grosso circolo d’uditori. La letizia per questo loro successo venne però amareggiata dal fatto, che dovevano dirsi d’avere fallito nel raggiungimento del loro fine principale, il mantenimento del recesso francofordiese : essi non avevano ottenuto l’esclusione del papa ed inoltre non avevano fatto passare la doppia commissione, una grande e una piccola, combinata a Francoforte, sicché Butzer fece amari lamenti perchè ora si volesse « limitare » la conferenza « a poca gente ».2 Ma anche la Santa Sede aveva ragione d’esser molto malcontenta dell’accordo di Hagenau, che rappresentava una sconfitta della Curia3 essendoché, malgrado tutti i suoi sforzi in contrario, si veniva ¡a una nuova conferenza di religione e per giunta su base molto sfavorevole. Ferdinando fissò subito i rappresentanti dei cattolici, lasciandosi libera ai protestanti l’elezione dei loro. E fu pure sfavorevole ai cattolici il fatto che Ferdinando non procedesse colla necessaria prudenza nella scelta dei rappresentanti. Si comprende come Morone lasciasse Hagenau colla tetra impressione, che per la via delle conferenze di religione e delle diete abbracciata dagli Habsburg non cii fosse luogo d’aspettarsi la restaurazione dell’ordine in Germania, ma solamente altre gravi perdite per la Chiesa. Ove il papa non intervenga risolutamente, scriveva egli ai 27 di luglio al Farnese, la Germania intiera passerà al protestantesimo. 4 b. Con crescente preoccupazione erasi in Roma presa cognizione dello svolgimento delle cose alla dieta di Hagenau. Non fu affatto indifferenza se la partenza di Contarini venne dapprima prorogata, poi abbandonata. Anche le diff erenze esistenti tra imperatore e papa, le quali riguardavano in parte interessii farnesiani, non esercitarono un’influenza decisiva5 : le ragioni stavano molto più profonde. i Ranke VI, 279 s. " Vedi Lenz I, 188». ; Kannt.ngiess'eb 9 e. 3 Euei.haaf II, 377. 1 V. le relazioni (Laemmer 291) con «dar parola» presso Dirmeli. Contarini 527. s Coinè ammette erroneamente Moses 38.