132 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 2. dispensato dall’ufficio nominandosi datario Girolamo Capodiferro stato fino allora tesoriere.1 Dall’energico procedimento in questo caso particolare non è lecito concludere, che nella questione della riforma Paolo III sia stato in genere troppo precipitoso, che anzi qui pure si avverò la grande prudenza e circospezione del papa Farnese. Prima di fissare in leggi mediante una bolla le disposizioni della commissione cardinalizia, egli diede modo di pronunziarsi a tutti coloro, che sarebbero stati toccati dalla riforma, i quali ne fecero anche largo uso: gli impiegati della Cancelleria in ispecie a mezzo di controdimostrazioni cercarono di impedire qualsiasi diminuzione delle loro entrate provenienti dalle tasse. Mancano purtroppo notizie circa il successo da loro ottenuto.2 E solo scarse notizie si hanno pure sulla continuazione dell’opera riformativa, la quale urtò contro grosse difficoltà specialmente nella questione delle indulgenze. 8 Le discussioni continuarono a tenersi nella casa e sotto la presidenza del cardinale Cupis. Ad esse non recò vantaggio l’abbandono che addì 28 gennaio 1541 dovette fare di Roma il Contarmi destinato legato alla dieta di Ratisbona. E poiché anche il Carafa, certo a causa di malattia, mancava alle sedute, nel febbraio del 1541 la commissione non constava più che di 10 membri.4 Nell’estate essa perdette per morte due dei membri migliori, il Ghinucci e Fre-goso.6 Che se ciò non ostante nell’autunno si giunse a palpabili risultati, lo si dovette in prima linea all’energia di Paolo III. Fu egli, che il 21 novembre 1541 costituì una nuova istanza nel negozio, risultante del cardinale decano, del più anziano dei cardinali preti e diaconi, rinforzata da competenti in materia tolti dalla classe degl’impiegati.6 Nell’autunno del 1541 il papa s’era ingerito anche d’un’altra faccenda, della riforma cioè della predicazione, che tanto in Italia che negli altri paesi presentava i peggiori tralignamenti. Fu pertanto dato incarico ai cardinali Contarmi e Aleandro di redigere norme e istruzioni per la predicazione originandone l’istruzione del Contarmi sul predicare, la quale dà in particolare avvertimenti per la trattazione delle dottrine più combattute dai novatori religiosi 1 Ehses IV, 454. 2 Ehses, Kirchl. Reformarbeiten 169 s. 3 Ofr. la * relazione di N. Semini al cardinale E. Gonzaga da Roma 1 febbraio 1541. Archivio Gonzaga in Mantova. 4 V. la relazione (Siernini citata nella n. precedente. Secondo Gualtemtts (* Diarium XII 58. Archivio segreto pon- tificio) Ghinucci mori il 3 luglio 1541 ; ivi egli viene qualificato come magnae vir auctoritatis smgularisque prudentiae et ingenti. Fregoso mori il 22 luglio 1541. e Ehses IV, 455.