La commissione per la riforma portata a otto membri. 123 Poiché insieme colla Dataria dovevansi riformare anche la Rota, la Cancelleria, la Penitenzieria e i Tribunali, nella primavera del 1539 la commissione per la riforma venne elevata da quattro a otto membri, venendo ora a risultare dei cardinali Cupis, Campegio, Ghinucci, Simonetta, Contarmi, Carafa, Cesarini e Ri-dolfi. Costoro si divisero il lavoro in modo, che a due a due discutessero la riforma di un dicastero venendo assegnata la Penitenzieria a Coniarmi e Carafa, i Tribunali a Ghinucci e Cupis. I risultati di queste quattro commissioni speciali dovevano poi discutersi in una adunanza di tutti i membri.1 Il papa, che fin dal principio aveva spronato a solerte attività la commissione per la riforma,2 ripetute volte anche in seguito, come in un concistoro del 5 marzo 1539, accennando al concilio insistette perchè si accelerassero i lavori.3 Poco dopo egli chiamò presso di sè i membri delle commissioni incitandoli a lavorare seriamente per la riforma delle composizioni e dichiarando che, per quanto gli tornasse grave una diminuzione delle sue entrate, pure voleva che si effettuasse l’opera della riforma. In seguito a ciò i membri della commissione tornarono a riunirsi, ma non poterono arrivare a decisione alcuna. Come venne a risapere l’agente mantovano, il Contarini, malgrado che a questo punto lo stesso Carafa non lo sostenesse più, persistette con ferrea fermezza sull’assoluta inammissibilità delle composizioni: l’umore generale era sì fatto da credersi che verrebbero levati almeno due terzi di quelle tasse. Anche per la povera Penitenzieria, continua il prefato relatore, la va male. Non si sa donde proceda questo cambiamento. Vengono messe fuori le più disparate opinioni e molti credono avere il papa notizia segreta, che Carlo V e Francesco I si riconcilieranno, così che si realizzerà il concilio e allora sarà meglio che la Curia si sia-già prima riformata da sè.4 1 Tolgo queste importanti notizie nuove dalla lettera di N. Semini del 19 marzo 1539 data qui sotto, n. 4. 2 V. la lettera del Contarmi in data 23 luglio 1537 presso Dittrich, Re-gesten 278. 3 Anche questo è riferito da N. Semini in una * lettera del 14 marzo 1539 al cardinale E. Gonzaga. Archivio Gonzaga in Mantova. * V. l’importante lettera di N. Semini al cardinale E. Gonzaga in data di Roma 19 marzo 1530, il quale notifica: «Li deputati sono otto cardinali Trani, Campeggio, GMnucci, Simonetta, Contarino, Ohieti, Oesarino et Ici-dolfi, li quali si adunarono venardi passato nella stanza, dove si fa il consisterò, et N. S. gU mandò a chiamare, dicendogli in sustantia ch’essi sapevano come sempre haveva desiderato che si facesse la riformatione et al presente lo desiderava più che mai, però voleva senza alcun rispetto si assettassono prima le compositioni del datario, et fece dimandare il datario commettendogli che facesse quanto da loro S. Tm« gli fosse ordinato, le cui conscientie incaricava et bene diceva Uberamente fuor di denti, acciò sapessono qual fusse l'animo suo, et ancora che conoscesse che per sostenere il grado della sede apo-