L’Inquisizione c gli Stati italiani. 677 ledo, si fece un accordo, in forza del quale l’inquisizione a Napoli andava nuovamente organizzata e incorporata alla romana. I Napolitani credettero ohe si trattasse d’introdurre l'odiata Inquisizione spagnola e perciò fecero violenta opposizione, ma nulla ottennero perchè nel 1549 fu nominato arcivescovo di Napoli l’autore dell’inquisizione romana, il cardina.1 Carata.1 A Milano venne costituito un tribunale sul modello del romano : di là uscirono le misure contro i protestanti a Locamo.2 Il più difficile si addimostrò il governo di Venezia sebbene più volte Paolo III gli facesse osservare, che rivoluzione contro la fede significava anche rivoluzione contro lo Stato.3 Soltanto il pericoloso aumento dei novatori religiosi in tutto il territorio veneto, nel quale ora a poco a poco si fecero notare anche degli anabattisti, indusse la Signoria, sulla quale fece pure profonda impressione la sconfitta degli Sehmalkaldici, non già a rinunciare alla sua sorveglianza statale, ma ad aiutare egualmente l'inquisizione. Un ordine del doge in data 22 aprile 1547 inculcava ai tre Savi sull’eresia di cooperare con solerzia all’azione dell’inquisizione. Nell’autunno del 1548 il consiglio dei Dieci comandò ai rettori delle città di Padova, Treviso, Udine, Feltre, Cividale, Capo d’Istria, Adria, Chioggia, Vicenza, Bergamo e Brescia di rintracciare gli eretici e di partecipare alla loro punizione.4 L’8 giugno 1549 Paolo III potè esprimere al doge e al senato la sua letizia perchè il governo coadiuvava il commissario pontificio in Istria nella repressione dell’eresia.3 Pochi giorni dopo, adidì 3 luglio, il papa li. 54. Sebbene a Lucca venisse istituito ai 12 di maggio del 1545 uno spedale Officio sulla religione, pure l’eresia continuò in segreto, non senza colpa del governo (vedi 150noi, Invent. dell’Ardi, di Lucca I, 354s.; CHorn. d. lett. Hai. XIV, 59 s.), die però più tardi, specialmente nel 1562, procedette con molto rigore (vedi Cantù II, 468 s. ; Ptjccixeixì, La Repubblica di Lucca e la represa, dell’eresia nel see. XVI, Fossano 1900). Quanto a Ferrara vedi Fontana li, 250; per la Toscana Cantù II, 418; Reumont I, 129s.; per Lucca ora anche Tacchi Venturi I, 528 ss. 1 Vedi Amabile I, 196 s. ; Benrath, Isabella Gonzaga 80 s. ; cfr. anche Ardi. stor. Xapolit. II, 2Ö5 s. ; j>e Leva IV, 341 s. ; Balan VI, 883 s. ; (Gl dejJ Giudice, I tumulti del Z5.)7 in Napoli, Napoli 1893. 2 Vedi Benrath, Ochino 205 s. « Così per esempio nel breve del 1° maggio 1545, presso Fontana, Doeum. 398 s. 4 Cfr. Benrath in Realenzykl. dl Herzog IX3, 164, 531 ; Studien und Kritiken LVIII, 14 s. ; Battisteiaa, II <ß. Offiaio in ¡Friuli, Udine 1895, 48. ln Riv. crist. III, 28 s. Comba dà un catalogo di tutti gli accusati per eresia dall’inquisizione veneta dal 1541 ; v. ora anche Campana in Studi storivi XVII, 152 s., 199 s„ 216 s. s * « Valde gaudemus Deoque et nobis per nobilitates vestras complacitum fesse videmus quod brachium et favorem vestrum nostro commissario ad extir-l'andas In vestra provincia Istriae aereses [sic!] sicut vobis( erat clignum tribui-Stis ». E poiché vi sono tuttavia molti indurati, egli li esorta a condurre a