390 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 7. di rimproverare in modo severo e nello stesso tempo arguto.1 Ma in una Ignazio faceva differenze a seconda del temperamento degli individui. L’uno, dice Ribadeneira, egli trattava col delicato amore della madre, l’altro coll’amore vigoroso del padre. Voleva che i superiori comandassero « in virtù di santa obbedienza » solo quando si trattasse di affari molto importanti.2 Nel distribuire gli uffici e incarichi più di rilievo egli badava molto all’inclinazione dei sudditi. 3 Trattando con altri Ignazio era serio e misurato, però, pur con tutto il laconismo, cortese, tanto che i suoi figli spirituali potevano dire, che nessuno si dipartiva da lui altrimenti che contento e lieto.4 Le massime, secondo le quali Ignazio guidava la Compagnia, non potevano rimanere a lungo senza che venissero fissate in iscritto : ci voleva una regola e perciò i professi dimoranti a Roma si raccolsero ripetutamente e presero una serie di risoluzioni sul nuovo ordinamento di vita.5 Nel 1541 essi affidarono la vera e propria redazione a Ignazio e Codure, ma poiché quest’ultimo morì poco dopo, il lavoro rimase esclusivamente nelle mani d’Ignazio,1 che cominciò a stenderlo nel 1547.7 Circa lo stesso tempo, dietro desiderio dei suoi primi compagni e coll’attiva collaborazione del suo segretario Polanco, egli preparò un ampliamento di quel primo abbozzo della regola della Compagnia, che era contenuto nella bolla d’approvazione del 1540. Per non ricordare altri cambiamenti, ora vennero qualificati solenni i tre voti di povertà, castità e obbedienza, mentre da principio ciò era stato detto soltanto del voto di castità. Insieme si dichiarò apertamente, che al generale spettava l’ordinaria direzione suprema. A lato dei «voti dei professi » si fece cenno anche dei voti semplici dei coadiutori e degli scolastici. Questa seconda, definitiva « formula dell’istituto » della Compagnia non ebbe l’approvazione pontificia che per la bolla di Giulio III del 21 luglio 1550.8 Ignazio finì la prima redazione delle Costituzioni al principio 1 O. Manareus, Comment. 128 ; Maffeius Ub. 3, c. 6. 2 Ribadeneira, De ratione etìc. c. 4 e Dichos etc., Gobierno n. 12 (iloti. Ignat. Ser. IV, I, 419, 454). s Dictamina 8. P. Ignatii generalia, collecta a P. Lancicio (Mori. Ignat. Ser. IV, I, 478). 4 Responsio P. Monarci n. 11 (Mon. Ignat. Ser. IV, I, 513) ; Dictamina ( ibid. 491). Cfr. anche la bella descrizione del suo affabile contegno presso Carol. Liner S. J., Imago a’bsohitissima.e virtutis... verbis et exemplk S. P-ìgnatii de Loyola... expressa, Pragae 1717, 214-221. 5 Furono stampate la prima volta in Gostitutianes Societatis Iesu hot. et hispan. 300-313 316-329. 6 Astrain I, 125. 7 Ephemerides P. Nadal (Epistolae P. H. Nadaj. II, 2). 8 Litterae Apostolicae 57-71 ; Astrain I 126-134.