286 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 c. come quella che nelle condizioni d’allora sarebbe stata sommamente perigliosa.1 Ma anche altri pericoli minacciavano l’opera dell’unione. Re Francesco I continuava nella sua mira di costituire una lega di principi tedeschi sotto la protezione francese allo scopo di conservare ciò che i nemici dell’imperatore appellavano la libertà tedesca. A Ratisbona egli a tal fine a mezzo d’un inviato fece dissuadere da un componimento i protestanti e a mezzo d’un altro i cattolici. Dovette esercitare una sfavorevole influenza sulle trattative ra-tisbonensi anche la faccenda turca, la quale non faceva che rendere più pretenziosi i protestanti. Venne finalmente ad aggiungersi un turbamento delle relazioni tra imperatore e papa in seguito alla rivolta dei Colonna, che erano favoriti dal viceré napolitano mentre Carlo V perorava un trattamento indulgente dei ribelli.2 Al principio d’aprile s’era finalmente raccolto un numero bastante di principi e inviati, così che il giorno 5 potè aprirsi la dieta. Il palatino Federico nella qualità di presidente di essa, diede lettura delle proposte imperiali. All’ultimo momento il Contarini col suo fermo contegno aveva ottenuto che in questo documento si tenesse sufficiente conto dell’autorità della Santa Sede.3 La proposta dava uno sguardo retrospettivo sugli sforzi dell’imperatore per rimuovere il dissidio religioso e proponeva di deferire a lui, senza offesa del recesso augustano, la elezione nei due partiti di alcuni uomini dotti e amanti della pace, i quali avrebbero dovuto esaminare nuovamente gli articoli religiosi controversi e riferire a lui ciò in cui si sarebbero accordati, dopo di che egli ne farebbe comunicazione ai legati pontifici e deciderebbe :il resto.4 Nei membri delle due parti che avevano sentimenti risoluti prevalse grande diffidenza contro la nomina dei disputanti pretesa dall’imperatore, opponendovisi dal lato dei protestanti Sassonia e Württemberg, da quello dei cattolici Baviera e Magonza, ma qui come là vinse la tendenza temperata, soltanto che Carlo dovette fare la concessione, che si potesse fare eccezioni contro le persone da nominarsi. Non se ne fece però uso quando ai 21 d’aprile l’imperatore nominò per i protestanti Melantone, Butzer e Giovanni Pistorius, predicante di Assia, per i cattolici Gropper, Giulio Pflug vescovo eletto di Naumburg ed Eck. Gropper e Pflug erano 1 V. la lettera di Morone del 17 marzo 1541 in Zeitschr. für Kirehengesch. Ili, 615 s. 2 Vedi Janssen-Pastor III1», 501 s.; Dittrich. Contarini 561 e., 589s.; ■•fr. anche Ranke, Päpste I«. 109. n. 1 e Zeitschr. für Kirchennesch. Ili, 505, n. Cfr. inoltre sopra p. 225. 3 V. In relazione di Contarini del 5 aprile 1541 in Zeitschr. für Kirchengeseh. Ili, 169 s.; cfr. ibid. 174. V. anche la * lettera dii C. Zwick a Costanza in data di Ratisbona 3 aprile 1541. Archivio civico in Costanza, F. 19. 4 A'edii Pastor, l’cu n i onshestreb un gen 231 s.