Neutralità del papa e suoi sforzi per la pace. 171 dopo la Francia fu attaccata eziandio in Picardia,1 in conseguenza di che Francesco I dichiarò al cardinale legato Trivulzio non potersi parlare di trattative di pace finché il nemico stava nel suo regno. Quando poi il re finalmente scese a precisare le .sue pretese, apparve l’impossibilità d’un componimento, poiché pretendeva nientemeno che l’immediata consegna di Milano e di Asti: al duca di Savoia egli voleva concedere un armistizio di sei mesi e il componimento della contesa per opera del papa. Com’era da prevedersi, l’imperatore rifiutò la cosa.2 La calata in Provenza naufragò totalmente. Montmorency aveva convertito in un deserto tutto il paese tra il Rodano e i passi alpini causando fame e malattia nell’esercito imperiale: i francesi poi evitarono Ja decisione in campo aperto. Appena scoppiata la guerra Carlo V a mezzo di Ascanio Colonna aveva fatto un nuovo tentativo di tirare dalla sua parte il papa,3 ma Paolo III perseverò nella neutralità, che sola poteva facilitargli la mediazione della pace.4 A questo scopo alla fine d’agosto egli mandò daH’imperatore il suo intimo segretario Ambrogio Ricalcati e da Francesco I il dotto Latino Giovenale Manetti,5 i quali però conseguirono sì poco come i nunzi ordinarli Giovanni Guidiocioni e Rodolfo Pio di Carpi, il quale, anche dopo il ritorno degli inviati straordinarii, lavorò perchè la guerra finisse, ma purtroppo invano.6 Alla fine d’ottobre il papa inviò presso l’imperatore a Genova Pier Luigi Farnese.7 Quando anche gli sforzi di costui per il ristabilimento della pace rimasero senza effetto, il papa divenne 1 Vedi Deciìue 253a ; Batjmgabten, Karl V. Ili, 210 ss. ; cfr. anche Chiesi, La (/verrà in Piemonte tra Carlo V e Francesco I, Belgio nell’Emilia lS89t 2 BATJMGAKTErr loc. oit. Ili, 213. 3 Cfr. Capasso I, 207 s. e Oabdauns loc. cit. 199 s., 238 s. Anche ai 19 d’agosto del 1536 * F. Peregrino notifica che Ascanio Colonna incaricato delle trattative dall'imperatore era tutti i giornii dal papa. Archivio Gonzaga in Mantova. 4 V. l'editto dtel 12 agosto 1536. BuM. V, 226 s. 6 V. il breve a Carlo V presso Raynalo 1536. n. 18. La * credenziale a Francesco I per L. Giovenale che ¡prima di tutto doveva fare le condoglianze per la morte del Delfino, in data 27 agosto 1536, è in Min. brer. Àrm. Jfl, t. 3, n. 113: similmente ’ibid. n. HI: duci Aurei., dclph. Frane.; n.. 115; 'Caler, dnciss. Aurei; n. 116: mag. Frane., card. Lothr. et TurtumUt (data c. s. A r-chivio segreto pontificio). La partenza dei due inviati doveva avvenire tosto (v. la * lettera dii T. Campegio da Roma 26 agosto 1536. A r-chivio di Stato in Bologna) ed infatti aveva luogo il 28 agosto (v. le * Ephem, in Cod. Vatic. 6978. f. 138. Biblioteca Vaticana). Pier Luigi Farnese Si congratulava agli 11 d’ottobre del 1536 con Ricalcati (* lettera all’Archivio di Stla-to in Parma, Ardi, Farnese) esprimendo la speranza d’un buon successo. In realtà però la missione del Ricalcati era stata senza effetto; v la ‘relazione di G. M. della Porta del 14 ottobre 1536. Archivio di Stato in Firenze. e Cfr. Piepeb 112; Capasso I. 218. t Vedi Bini 48 s.. 55; Mintjtou II. 64 s., 70; Ehses IV, cxxx, n. 3; cfr. Battmgarten loc. cit. III. 219, n.