Invio del card. Madruzzo dal papa (novembre 1547). 603 che i protestanti non pensavano affatto a sottomettersi realmente ai decreti del sinodo e che le città esigevano senza cerimonie un concilio non papale ed un concilio tale, che non fosse una continuazione della riunione Tridentina,1 In nessun modo era egli autorizzato a far dichiarare al papa per mezzo del Cardinal Madruzzo che gli Elettori, i principi ecclesiastici e secolari nonché le città s’erano sottomessi incondizionatamente al concilio indetto a Trento e là cominciato, sicché i padri di Bologna dovevano ritornare a Trento.2 Allo scopo di dare maggior forza a questa di-hiarazione fondata su una bugia, l’imperatore già prima a insaputa del legato aveva indotto i vescovi tedeschi a dipingere coi -più vivi colori in una lettera del papa i pericoli e danni originati alla Chiesa dalla traslazione dèi concilio a Bologna ed a chiedere ¡1 ritorno dei padri bolognesi a Trento.3 Con ogni mezzo d’intimidamento il papa doveva venir costretto a sottomettersi alla volontà dell’imperatore. La lettera dell’episco-pato tedesco come pure l’invio del Madruzzo furono in certo qual modo la continuazione della politica dei mezzi d’intimidazione, ch’erano stati iniziati coll’assassinio di Pier Luigi Farnese. Il cardinale Madruzzo aveva fatto la parte di mediatore fra imperatore e papa già nel 1546 in un momento decisivo,4 ma rinane egualmente difficile a comprendersi come mai questa volta egli abbia potuto lasciarsi adoperare per una missione, che era a priori senza speranza. In contraddizione coi fatti, nell’istruzione consegnatagli parlavasi d’incondizionata sottomissione di tutti gli Stati dell’impero al concilio Tridentino e su questa base l’imperatore pretendeva che il sinodo venisse prontamente richiamato a Trento e ciò sotto la minaccia di una protesta nel caso che il papaj vi si rifiutasse. Affatto giustamente Sfondrato s’immaginò subito che colla pretesa della nuova traslazione del concilio non si mirasse che a mettere dal lato del torto il papa nell’eventualità del rifiuto e a derivarne l’autorità a procedere indipendentemente nel negozio religioso. Saputo della missione di Madruzzo, il legato aveva insistito perchè questi ricevesse minute istruzioni anche per l’affare di Piacenza, mia. da principio gli imperiali non vollero aderirvi: solo a stento si ottenne, che Madruzzo ricevesse la facoltà di mettere in campo a Roma anche quella faccenda.5 1 Giudizio di Mattrenbrecher (Karl V. 176). 2 V. l’istruzione per Madruzzo del 10 novembre 1547 in Nuntiaturberichte X. 441 ss. 3 La lettera in data 14 settembre 1547 presso Kaynald 1547, n. 84 (cfr. Nun-t’uturberichte X, 119; Yenet. Depeschen II, 351 s.). 4 Ofr. sopra p. 535 s., 537. 5 Nuntiaturberichte X, 178 ss., 190.