La formula nuova sulla giustificazione a Roma. 299 inimicò che aveva incontrato intiera l’approvazione di Paolo III la sua condotta icol Granvella : nello stesso tempo il papa lodò la sua circospezione e prudenza confortandolo a continuare così.1 Quattordici giorni dopo il Farnese scrisse al legato, che aveva presentato tutte le sue lettere al papa e che non contenendo esse se non notizie agli avvenimenti di Ratisbona egli poteva andar per le corte specialmente perchè il Santo Padre riponeva grande fiducia nel Contarmi. Qui pure ritorna l’esortazione alla prudenza per la ragione che il motivo dell’invio del legato era stato quello di impedire a mezzo del medesimo qualunque si fosse pregiudizio della vera religione e della autorità della Santa Sede.2 Dia una lettera del 12 maggio risulta quale vivo interessamento pigliasse il papa alle trattative ratisbonesi, per le quali tornò a raccomandare somma vigilanza.3 Il riserbo della Curia doveva avere una fine allorquando addì 3 maggio lo stesso Contarmi chiese un giudizio sulla nuova formula di concordia relativa alla dottrina della giustificazione. Poiché ontarini, quantunque opinasse decisamente che la fosse veramente cattolica, ammetteva che la formula conteneva novità, non può recar ¡meraviglia, ¡che i pareri dei cardinali riuscissero molto diversi. Prescindendo dal Pole, avevano più o meno grandi dubbi: persino i cardinali più intimi del Contarmi, così in particolare Carafa, il quale però come Fregoso si quietò riflettendo che la formula poteva interpretarsi anche in senso cattolico. Aleandro, che jra considerato il miglior conoscitore delle cose in Germania, sostenne l’idea del tutto giusta,4 che anche se i teologi venissero da ultimo ad accordarsi in tutto, la Germania tuttavia mai si assoggetterebbe al loro componimento.5 A Roma si riconobbe chiaramente che l’accordo ottenuto intorno alla giustificazione non era iche un girare attorno alle vere differenze intrinseche e nient’affatto la conquista di un punto di vista eguale quanto a principii. La decisione intervenne in un conci-• toro del 27 maggio, nel quale pure, come nei precedenti,0 si diede 1 Ihid. 2 Contarmi deve * «¡proveder cautamente et ha ver ben l’occhio cha la vera religione et authorità dii questa s. sede non riceva alterartene o pregin ditto esentilo questo il carico ,principale di V. S. R. circa il quale ella pariti dia S. Stà così bene et casi particolarmente inistrutta ». * Lettera del 29 aprile 1541. Archivio segreto pontificio. Loc. cit. 3 * Lettera (11 Farnese die] 12 nfeggio 1541. Archivio segreto pontificio. 4 Giudizio di Bezold 733. 5 V. la relazione di Priuli a Beccadelli presso Qi'irini III. diatr. c. 5. si.vi s. ; cfr. Dittkich, Cantar ini 6S0 s. e Vetter 104 s. 6 V. Acta constai. cancetl. 1,* « Die mere. 30 Martii 1541 lecte fuerunt littere rev. d. card. Contareni leg. de lat. ad Imp., quibus significabat quarti iionorifice Mai. Oes. eum exceperit » Archivio concistoriale del Vaticano), cfr. la relazione presso Solmi. Contarmi 72, -secondo la quale venne