Il Consilium deleet. cardinalium de emendando, Ecclesia. ]11 fonte essere derivati come dal cavallo di Troia tutti gli abusi, che hanno condotta la Chiesa all’orlo della rovina creandole ancora cattivo nome presso gli infedeli. Dopo le toccanti parole di questo prologo la commissione dichiara, che nelle sue deduzioni essa prescinde affatto dalla condizione del papa come signore dello Stato pontificio e che intende trattare unicamente di ciò che lo riguarda siccome capo della Chiesa universale e vescovo di Roma e qui segue ancora una volta una seria esortazione al capo della Chiesa, in cui si dice: alla stessa guisa che, al dire di Aristotile, in ogni Stato, così anche nella Chiesa do-vrebbesi prima di tutto osservare le leggi esistenti, impartire dispense soltanto per motivi impellenti e prescindere da qualsiasi utile pecuniario nell’esercizio della podestà pontificia delle chiavi. Il memoriale contempla dapprima la sollecitudine ohe incombe al papa per avere buoni vescovi e preti. Senza misericordia vi viene descritto il male largamente diffuso dandosi consigli per toglierlo. Come primo abuso viene deplorata la grande leggerezza nell’ammettere agli ordini sacri, donde sarebbero nati innumerevoli scandali, poca stima dello stato ecclesiastico, decadenza del culto di-\ ino. Perciò a Roma e in ogni diocesi andranno istituiti tre egregi e dotti prelati per la sorveglianza degli ordinandi, che non verranno ordinati se non dal vescovo loro o col suo permesso. Col primo sta connesso il secondo abuso : la collazione dei benefizi ecclesiastici senza badare se i nominati siano degni. Per l’avvenire invece si nomineranno a vescovi e preti deputati alla cura delle anime solamente persone affatto intemerate, che badino esse stesse al loro officio e osservino la residenza: perciò nessun italiano otterrà più un beneficio all’estero e viceversa. Si viene a trattare in terzo luogo dei molteplici abusi nella rinunzia a beneficii. I molti artifizi escogitati da scaltri curiali per eludere le prescrizioni canoniche, le riserve nella rinuncia a beneficii, aspettative e riserve sono condannate come gravi disordini : nè meno il conferimento a una sola persona di parecchi beneficii incompatibili, per cui diventa impossibile l’adempimento dell’ob-bligo della residenza. Per questo motivo neanche ai cardinali sarà più lecito d’accettare vescovadi, meno ancora da principi, con che perdono la loro indipendenza: andrà provveduto in altra maniera al loro mantenimento rispondente allo stato che occupano. Proseguendo, il memoriale biasima poi nel modo più forte la trascuranza della cura delle anime dovuta alla non osservanza da parte dei vescovi e dei parroci del dovere della residenza. «In tutto il mondo», vi si dice, veramente con esagerazione,1 «quasi tutti i pastori sono lontani dai loro greggi e n’hanno affidato la custodia i Rilevano la cose Kebkeb, R. Pole 42 et Ehses, Reformarbeiten 397.