180 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 3 b. tore della città tenne un discorso e il papa stesso alla fine intonò il Te Deum. Immediatamente dopo questa solennità arrivò la notizia, che il nemico era partito da Corfù.1 La momentanea diminuzione del pericolo turco, più ancora i differenti interessi dei Veneziani e dell’imperatore, e la loro mutua diffidenza operarono sì, che andasse oltre modo per le lunghe la definitiva fissazione del patto d’alleanza. E sebbene sulla fine di novembre giungesse nuova che nel prossimo anno il sultano rinnoverebbe il suo attacco,2 e il papa facesse quant’era in suo potere per condurre a buon fine le trattative che si facevano a Roma, queste non procedettero che lentamente.3 Intanto i Turchi non erano stati per nulla inattivi. Dopo la levata dell’assedio di Corfù, il sangiacco di Morea aveva ricevuto l’ordine di assediare Malvasia e Napoli di Romania mentre Barbarossa doveva conquistare le isole veneziane nell’arcipelago greco. Poiché queste non erano sufficientemente premunite, Egina, Sciro, Patmos, Paro e Nasso caddero una dopo l’altra nelle mani degli infedeli.4 Dal lato di terra i pascià di Bosnia e Semendria molestarono i confini ungheresi. Katzianer, il capitano generale di Ferdinando I, assalì il nemico, ma addì 9 ottobre 1537 subì presso Gorian non lungi da Diakovar una terribile sconfitta.5 Ora anche Zapolya cominciò a temere la potenza dei Turchi.6 I Vedi Blasius de Mahtinellis. * Diarium (Archivio segreto ponti f 1 c i o XII 56) ; * Ephem. in C od. Vatie. 6978, f. 140 della Biblioteca Vaticana; la relazione presso Chabbsère I. 339 e la * lettera di F. Peregrino da Roma 23 settembre 1537 (Archivio Gonzaga in Mantova). Cfr. anche le * relazioni di G. M. della Porta a Urbino del 15. 16 e 18 settembre 1537. In quella del l(i settembre si legge: ‘«Tutta Roma excettuati solamente gii confederati col Turco fa di questa resolut ione quella grande allegrezza die non feee mai pili tempo fa (l'altra nova». Archivio di Stato in Fare n z e. - V. in Aipp. n. 26 la * lettera di F. Peregrino del 30 novembre 1537 (Archivio Gonzaga in Mantova). Sulle consultazioni d’una commissione di quattro cardinali istituita fino dal ¡principio di novembre del 1537 intorno al pericolo turco v. le * relazioni di G. M. diella Porta del 7 e 22 novembre 1537. Archivio di Stato in Firenze. a Ofr. la diffusa esposizione di Catasso I. 330s., il quale giudica: senza di fillio però il più sincero tra tutti era■ il pontefice. Adldì 12 dicembre 1537 Paolo III ‘comandò al suo nunzio a Venezia di concèdère, oltre i tré decimi giii accordati alla Signoria iper la guerra turca, l'imposizione di un altro decimo e mezzo. Min. irrer. Ann. .'¡1, t. 8. n. 109. Archivio segreto pontificio. 4 Vedli A. Lonc.o. * Commentarli della interrii del 1537-15.fO (Cod. it. 538 della Biblioteca d i Corte e di Stato in Monaco). Cfr. Ham mer II1, 145s.; Zinkeisen II. 772s.; Hopf 170. II Vedi .Tovius. Hist. lib. 36: Huber. Gesell. Österreich« IV. 60s.; Xuntia-turberichte II, 223 s. 23S. o Zaipol.va avviò trattative di pace con Ferdinando I, che condussero il 24 febbraio 1538 alla ¡pace di Gran Varadino. Vedi Kàrolyt. A da lek a Xc.uii-ràradi béke s az 1536-1538 cick torténetéhcz (contributi alla storia della pace