24 Paolo III. 1534-1549. Introduzione. feriscono gli ambasciatori veneziani d’accordo con Paolo Giovio. Questo storico rileva ancora in particolare, che Paolo III non procedeva diversamente neanche coi cardinali. Con atteggiamenti sommamente significativi del volto egli, che in tutte le questioni amava la libera discussione, ne ascoltava i discorsi, dei quali però traeva profitto con sovrana indipendenza tenendosi sempre sopra i partiti. Era cosa meravigliosa la padronanza che il papa aveva di sè. Con forza di volontà conscia del fine egli, il diplomatico egregiamente addestrato, sapeva esplorare i più reconditi pensieri e piani e approfittarne a proprio vantaggio. Con arte eguale egli nel contrasto delle opinioni sapeva destreggiare fra le due parti.1 Il circospetto attendere e il calcolato differire di Paolo III in fatto di ogni decisione, genialmente messo in canzonatura dal Pasquino, 2 non derivava, come in Clemente VII, da mancanza di coraggio, ma da calcolo avveduto: egli voleva rimanere sempre padrone delle trattative e cogliere il momento favorevole, venendo il quale, agiva con una rapidità la quale sorprendeva anche i più intimi. Si arrivò a credere che il papa sperasse maggiormente di attuare qualche cosa allora che non ne parlava affatto.3 Come speciale caratteristica di Paolo III viene fatto risaltare, che egli non aveva confidenti intimi.4 Per quanto trattasse amichevolmente ed estesamente coi cardinali e ambasciatori, egli, che era molto indipendente, non li iniziava quasti mai ai proprii segreti. La era finita per l’influenza dei Fiorentini che con Clemente VII avevano avuto grande importanza.5 Secondo Vergerio, 1 Off. Jovius. H istorine lib. 42 (Opera II, 527) e in Aj»p. n. 33 la ♦relazione dì IM. A. Contarmi. Biblioteca di Aix. 2 Nella sua * relazione idei 27 giugno 1535 Sanchez eleva lagnanze i>er la lentezza del papa nella spedizione 'degli affari : * « cum propter assiduas ingentesque eira occupationes, tum quia -ex ingenio suapteque maximus ac pene incredibili« pendinator est, adeo ut et iam Pasquillus in eam tarditatem facetissime irriserit vocans papam Paulum " vas dilationis” per transsumptio-nem epitheti divi Bauli, qui vocatur a Deo vas electionis » (Archivio domestico, di 'Corte e >d,i Stato in Vienna). Sul prudente attendere di Paolo III cfr. anche la * lettera del cardinale E. Gonzaga del 24 ottobre 1534 in Cod. Bari), lat. 5788, f. lt>b s. .Biblioteca Vaticana. 3 Vedi Ranke, Pdpste •!#, 158, tche rimanda ai detti del Cardinal Carpi e ili Margherita nelle relazioni idei Mendoza.. <'fr. anche la * lettera dell’Abbate di Gonzaga del 20 maggio 1535. Archivio .Gonzaga in Mantova. * V. la * relazione di Sanchez del 10 settembre 1535 (A r c h i v i o do m e-stico, di Oor te e di IStato in Vienna); At.bèbi 2 Serie III. 331; Corp. dipi. Port. Ili, 182 ; Sadoleti Opera' I, 247 s. L’Abbate di Gonzaga addi 29 maggio 1535 riferisce: * « Il papa mostra far questa professione Idi far le .cose senza icommunicarle con persona». Archivio Gonzaga in M auto v a. 5 Da ciò e dalla lotta con 'Cosimo deriva l’ostilità e parzialità degli storici fiorentini, specialmente del Varchi e del Segni, contro Paolo III ; v. Arch. sto). Ital. 5 (Serie XXXIII, 54. Addì 2 gennaio 1538 Paolo III indirizzò a Gio. Ant. Pulleo barone di Burgio, nunzio a Napoli il seguente breve: «Cum nos ex