242 I^aolo III. 1534 1549. Capitolo 5 à. dopo con piccolo seguito. Venne poi destinato a suo rappresentante per gli affari di Stato correnti il cardinale camerlengo Sforza Santafiora.1 Nell’istruzione data al Farnese pnima della partenza il papa manifestava ila sua gioia perchè la semente da lui un dì gettata a Nizza aveva recato il desiderato frutto, la pace, che egli considerava già come assicurata. Con questo presupposto, il Farnese doveva persuadere i due moinarchi di mandare i loro prelati al concilio. Come luogo del sinodo veniva riproposta in prima line;. Vicenza siccome quella che fosse in posizione favorevole per tutte le nazioni, in seconda linea, per riguardo alla Francia, Milano. Qualora si effettui il concilio e con ciò il ritorno degli eretici, potersi concepire anche uinl’impresa contro Enrico Vili e contro i Turchi. Anche questa volta come nella sua missione in Ispagna il cardinale Farnese ebbe a lato come suo segretario il dotto Marcello Cervini ; affinchè nelle importanti trattative questo uomo egregio, che alcuni mesi prima il papa aveva eletto vescovo di Nicastro, potesse avere insieme al legato accesso presso i monarchi, gli venne conferita la porpora addì 19 dicembre 1539. Inoltre al giovane cardinale nepote il papa mandò l’avviso, che nei Paesi Bassii, dove erano molti luterani, mai deponesse il suo abito ecclesiastico e che badasse alla cosa anche in coloro che l’accompagnavano. Di più il Farnese doveva fare uso moderato delle sue facoltà.3 Onde non incontrarsi coU’imperatore su territorio francese, ¡1 cardinale legato viaggiò a bella posta lentamente. Paolo III gliene aveva fatto espresso comando perchè doveva prevedersi, che Francesco I non avrebbe voluto parlare d’affari finché Carlo V fossi' suo ospite, mentre per quest’ultimo era certo da temersi che gli s 1 rebbero discare trattative prima che si ritrovasse nel suo propr paese. Tuttavia il cardinale si vide obbligato a mutare il suo pr posito perchè l’imperatore, colmato da Francesco I di tutti gli ono i immaginabili, non avanzava che molto lentamente. Il Farnese, che trovavasi già in vicinanza della capitale francese, non poteva dilungare ulteriormente il suo viaggio senza suscitare penosa meraviglia. Decise quindi di far viisita ai due monarchi mentre erai ancora insieme, ma di presentare soltanto le felicitazioni del pa per l’assodamento della loro amicizia, aspettando per tutti gli altri 1 V. Nuntiaturberichte V, 40. In questa importante pubblicazione, di <'ul per la cortesia depredatore potei usare il fogli di stampa eccettuata l'introduzione non ancora messa al punto, egli ha rdlunito e illustrato con somma diligenza tutti gli atti della legazione Farnese. 2 L’istruzione per il Farnese del 28 novembre 1539 lim NuntiaturbcrU li1' V. 40®.; ibidi. 43 s. le istruzioni partitola reggiate per la visita alla corte francese. Cfr. Piepfb, Nuntiaturen 163. 3 Vedi Kaynald 1539, n. 37 s. ; Nuntiaturberwhtc V, 54.