Finanze (imposta del sale e sussidio). 227 iui, andarono in esilio a Napoli. Nell’occasione dell’incontro a Lucca l’imperatore intercedette presso il papa a favore di quella famiglia così gravemente colpita e propose la cessione di Paliano a Marcantonio figlio di Ascanio, che doveva sposare Vittoria figlia dii Pier Luigi. Ma Paolo III non volle saperne di accomodamento prima che gili fossero rimborsate le spese della guerra. Ed anche posteriori pratiche dell’imperatore per una' riconciliazione del papa coi Colonna, la quale avrebbe dovuto suggellarsi con un matrimonio tra Fabrizio Colonna e Vittoria Farnese,1 riuscirono a nulla alla stessa guisa che gli sforzi continuati di Vittoria Colonna in pro del fratello. Soltanto dopo la morte di Paolo III spuntarono giorni migliori sull’antica famiglia sì duramente colpita.2 La guerra provocata in modo cotanto inconsiderato dai Perugini come da Ascanio Colonna e nota sotto il nome di guerra del siale, condusse bensì a un rilevante ampliamento della sovranità del papa nello Stato pontificio, ma non soffocò l’opposizione all’odiata imposta sul sale. Già nella primavera del 1542 si dovette dare al legato di Bologna l’istruzione di prescrivere sotto le più rigorose pene il pagamento di quel balzello.3 Nel medesimo anno allo scopo di sollevare le finanze si (istituì un nuovo monte.4 Allora le condizioni di Paolo III erano sì diffìcili, che più volte bisognò vendere beni ecclesiastici.F Nel gennaio del 1543 s’incontrarono anzi somme difficoltà a trovare 16,000 ducati.6 Vi doveva rimediare una nuova imposta diretta, che si riscuoteva in altri stati dell’Europa1 meridionale, il così detto sussidio. Allorquando venne introdotto (maggio 1543), fu abbandonata l’imposta del sale. A contribuire alla nuova limposta, che venne fissata in 300,000 ducati, dovevano concorrere tutti i sudditi dello Stato pontificio, anche se fossero esenti e privilegiati.7 Originariamente introdotta per soli tre anni, essa in virtù di proroga diventò stabile. Il balzello rese odiato il nome del suo autore, mai però venne riscosso nella somma progettata.8 1 Cfr. Nuntiatitrberiotite Vili, 173, n. 2 Vedi Coppi 308 ; Rettmont, V. Colonna 190 ¡s. ; Tokdi 498, 529 s. ; Arch. <1- Soc. Rom. IV, 329. L'intercessione d’un (poeta per A. Colonna in Carmina iU. poet. Ital. Ili, 194 s. 3 * Breve dei! 22 marzo 1542 Min. brev. Arni. } 1. t. 23, n. 253. Are li i>-f’.o segreto pontificio. 4 B Monte della fede con un capitale di 280,000 scudi : vedi Coppi, Finanze dello Stato pontificio del seo. XVI, Roma 1855, 4; cfr. Mohoni LXXIV, 289. In conformità va corretto Ranke 1«, 267. 5 V. il * breve ai «andinal diel Mante, legato ■dii Romagna, del 5 febbraio 1542 (Min. Srer. loc. ■ditt. n. 101) e la * bolla del 15 aprile 1542 (Ubidì t. 24, n. S5lf). 6 V. Atti Mod. I, 151 s. 7 Cfr. Bull. VI, 365 s. ; Colle«. d. disposte, su li censimenti dello Stato pon-"jfiolo I, Roma 1845, ls., 5 s. ; Moroni LXXIV, 289; Ranke le, 267; Reumoxt III 2, 594. Bologna veniva liberata dall’imposita del sale fin dal giugno 1542; vedi Dittbich, Contarmi 801. 8 V. Collez. d. disposiz. ls., 20 s. ; Bull, eongreg. Sale. 5s. ; Panvinius •■•84 ; Ranke 16, 268 ; Nuntiaturbericlite IX, xv.