382 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 7. osservarono con dolore, che molti morivano senza i mezzi della grazia di cui dispone la Chiesa, ed ecco Ignazio ricordarsi della prescrizione d’Innocenzo III confermata dal duodecimo concilio ecumenico, la quale stabiliva, che prima di tutto si dovesse far uso del medico spirituale e solo dopo del corporale. Bisogna, così esortava egli, inculcarne l’osservanza, ma col temperamento, che il medico possa curare l’infermo il primo e secondo giorno, ma nel terzo e seguenti solamente se l’ammalato si sia prima confessato. Tutti i teologi e canonisti della Penitenzieria approvarono in iscritto la proposta. li papa ne fu molto contento e per l’Epifania del 1544 si cominciò a mettere in pratica il partito.1 Di già due anni avanti l’instancabile generale aveva sollecitato un provvedimento, che fu di grande portata per Roma e per tutta l’Italia. Mentre in Portogallo specialmente l’inquisizione era zelante, talora quasi eccessivamente zelante nell’adempimento del suo ufficio, qua e là in Italia pareva che i custodi della fede dormissero sui tetti di Sion. Perciò, così scrisse Ignazio in Portogallo ai 28 di luglio del 1542, io feci « spesso calde rimostranze» ai cardinali Juan Alvarez de Toledo e Giovanni Pietro Carafa; «essi hanno parlato ripetutamente col papa ed ora Sua Santità ha designato sei cardinali », che debbono costituire un tribunale dell’In-quisiizione. La bolla papale uscì il 21 luglio 1542.2 La Compagnia di Gesù tirò nella cerchia della sua azione di carità anche la riconciliazione dei nemici.3 Ignazio in persona si recò nel 1548 a Tivoli e Città Sant’Angelo per avviare una riconciliazione fra, quei luoghi osteggiantisi : egli ottenne che accettassero come arbitro il cardinale de la Cueva, chiamò in aiuto anche Margherita d’Austria e il vescovo Archinto e da ultimo ottenne che si concludesse la pace.4 La più difficile e importante conclusione di pace messa in opera da Ignazio fu quella tra papa Paolo III e re Giovanni III di Portogallo. Giovanni temeva che il suo paese sarebbe andato in ruina per le macchinazioni dei Giudei, molti dei quali sotto suo padre Manuel erano stati battezzati per forza, ma rimasti in segreto attaccati al giudaismo, e credette di dover difendersi contro questi « neocristiani » mediante un oltremodo rigido tribunale di fede sul modello deH’Inquisizione spagnola. Le contese, a cui perciò venne 1 Ignazio al Cardinal Cervini da Roma 24 giugno 1543 ed a Francesco Saverio da Roma 30 gennaio 1544 (Mon. Ipnat. Ser. I, I, 261-2C7, 271) ; Polancus, Ohronicon n. 48. 2 Mon. Ignat. Sei*. I. I, 218-219; cfr. anche Polancus loc. cit. n. 06. T^a bolla in Bull. VI, 344-340. Ofr. sotto, caji. 14. 3 Mon. Ignat. Ser. I, I, 018. Ofr. anche la lettera di Antonio Vinck ai Gesuiti di Lovamio e di Colonia in data idi Roma circa il maggio del 1548, presso IIansen 128. 4 Polancus n. 228 ; Orlandinus Uh. 8, n. 5.