Nuovo progetto imperiale per la concordia. 297 diligenza nell’ esercizio dell’ ufficio, coll’ impiego di predicatori e maestri adatti i vescovi diansi cura dell’istruzione nella fede cattolica, come fanno i protestanti, i quali tutto mettono in opera onde maggiormente diffondere la loro setta. A questo negozio va dedicata la più grande attenzione, altrimenti v’è da renderne ira ve conto dinanzi a Dio. In terzo luogo Contarini raccomanda :he si conceda il calice ai laici sapendo egli di propria esperienza quanto la cosa stia a cuore idei Tedeschi, specialmente dei nobili : anche alcuni vescovi tedeschi essere di parere che solo per questo motivo molti diventasero luterani, i quali altrimenti rimarrebbero attaccati alla Chiesa cattolica.1 L’idea del Contarini era condivisa da Morone2 mentre i duchi bavaresi e l’Elettore di Magonza ripromettevansi un successo uni-,amente dalla conclusione d’una lega offensiva e dall’apertura della guerra contro i protestanti. Ciò non ostante Contarini continuò a considerare tale procedere siccome pericoloso e non conducente allo scopo.3 Intanto gli imperiali cercavano d’uscire dal «labirinto», nel ìuale erano venuti con la loro conferenza di religione, per un’altra via, che in linea di principio non era meno errata. Come per l’ad-dietro, essi ora pure concepivano la causa religiosa alla stregua d’un affare politico, nel quale si potesse far trattative su dogmi, ¡uà lasciandone andare alcuni, là mitigandone altri. Gran velia, ‘naestro in pratiche di questo genere, escogitò anche questa volta n espediente, dal quale ripromettevasi successo tanto più in quanto he aveva in proposito dalla sua l’Elettore Gioachino di Branden-urg, vale a dire che gli articoli conicordati venissero proclamati dottrina comune neU’Impero sospendendo e tollerando fino al conilio od altra decisione i non concordati. Per valutare tutta l’enormità di questo progetto così detto di tolleranza bisogna ricordare "he gli articoli non concordati riguardavano le dottrine fondamentalissime della fede.4 Allo stesso imperatore non poteva sfuggire il rischio di questo progetto, ma i «tre spiriti malvagi», come il icecancelliere Held chiamava Granvella, Naves e Giovanni von Weeze, seppero mantenere Carlo sulla falsa via sulla quale s’era messo, quasi fosse del suo ufficio dare prescrizioni in cose di fede.6 Caratteristico per la sconsigliatezza che regnava a Ratisbona è il fatto, che ai primi, di giugno Carlo V aderì a un passo, il 1 Pastor loc. eit. 475 s. 2 Laemmek. Moti. Vatic. 373. 3 Dittrich, Contarmi 703 s. 4 Avverte la cosa anche Vetteb (p. 139) ; cfr. anche sopra p. 293 »s. V, inoltre Armstrong II, 337. s Cfr. Corp. Ref. IV, 346.