272 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 6. Poiché Granvella aveva acconsentito all’offesa del Campegio, l’aveva anzi in certo qual modo provocata, i protestanti diventarono così ardimentosi, che nei negoziati preliminari circa la forma del colloquio uscirono fuori con pretese molto vaste relativamente al giuramento dei notari, al segreto da tenersi circa i negoziati e alla consegna degli atti originali all’imperatore, ma i seguaci della nuova credenza dovettero cedere perchè malgrado tutte le sue condiscendenze nel resto — infatti permise che continuasse a Worms la predicazione protestante — in queste questioni 'il Granvella rimase fermo.1 Ciò non ostante la situazione prese uno svolgimento sommamente pericoloso per i cattolici. Essi erano tut-t’altro che concordi. In senso rigorosamente cattolico non contene-vansi che la Baviera e Magonza ; gli altri rappresentanti dell’antica Chiesa erano in massima parte molto tiepidi, alcuni anzi inclinavano apertamente verso la nuova dottrina.2 Ad Hagenau erano state garantite per il colloquio undici voci per ciascuna ai rappresentanti delle due tendenze opposte, ma mentre fu lasciata libera ai protestanti la scelta dei loro rappresentanti, Ferdinando I designò subito quelli dei cattolici. Secondo ciò dovevano eleggere rappresentanti i tre Elettori ecclesiastici di Magonza, Treviri e Colonia, gli Elettori di Brandenburg e del Palatinato, i duchi Guglielmo e Luigi di Baviera, il duca Guglielmo di Jiilich, gli 'arcivescovi di Salisburgo e Magdeburgo, finalmente il vescovo di Strassburgo. Ora l’Elettore di Brandenburg era passato apertamente alla nuova dottrina, mentre l’Elettore del Palatinato e il duca di Jiilich piegavano sì fortemente dalla parte dei luterani, che appena poteva più sussistere un dubbio sul loro atteggiamento. E così rimanevano ai cattolici sole otto voci, delle quali altre tre parimenti non stavano solidamente sul punto di vista cattolico. I protestanti avevano certamente dalla loro parte 14 voci, fors’anche più e perciò qualora si venisse allo scrutinio dei 22 delegati, i cattolici dovevano assolutamente perdere. Mo-rone fece tutto quanto era in suo potere per impedire la cosa e invece d’una conferenza orale propose una discussione scritta facendo incessantemente notare al Granvella con tutta l’efficacia possibile i pericoli che doveva portare con sè una votazione. Il Vergerlo sin comparso a Wiorms per commissione del papa. In contrario efr. Palla vicini lib. 4, c. 12: Brisciiar I, 117 s. ; de Leva III, 406. È decisiva la ‘ lettera di Farnese a Poggilo del 28 febbraio 1541 (liibildoteca Chigi in Roma), comunicata in App. n. 41, nella quale di direttore della politica papale osserva, che il pa/pa aveva fatto la sua iparte per l'allontanamento del Vergono dalla Germania: lo allontanino di lii gli imperiali e non ¡Incolpino a torto il papa (cfr. anche la relazione mantovana presso Solmi, Contarini 74). 1 Ofr. Moses 74 s. Sulla predicazione protestante vedi Winkelmann III. U8. 2 Ofr. la relazione di Vauchop del 9 dicembre 1540 presso Moran, Sp'ciì-I, 19.