198 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 4. In ¡modo simile il papa fu tenuto occupato nel 1535 in eliminare i torbidi sorti nel territorio di Spoleto, Nepi, Ascoli e Fano per lo più ad opera di banditi smaniosi di novità.1 Se in queste cose Paolo III procedette con rigore, in materia di tasse invece egli al principio del suo governo si rivelò molto indulgente e mite.2 I nuovi balzelli, ai quali il papa si vide obbligato a causai della visita dell’imperatore e ancor più del pericolo turco,3 vennero sentiti tanto più sensibilmente quanto più differivano dalle agevolezze del primo tempo. Non potevano però evitarsi, avendo Paolo III, allorché salì al trono, trovato sì grande vuoto nelle casse, che Rabelais disse non esservi stato da 300 anni un papa cotanto povero.4 Egli cercò d’uscire da questo stato di miseria mediante economia e buona amministrazione.5 Nella sua relazione dell’anno 1563 l’ambasciatore veneziano Antonio Soriano dà un prospetto delle entrate e delle uscite.6 Le 1 II 3 di gennaio 1535 fu spedito) a tutti gli ufficiali e sudditi dèlio Stato pontifìcio 1’ * ovdine di carcerare 1 disturbatori della pace e i banditi di Spoleto e di consegnarli là (Min. brev. Arm. 40, t. 50, n. 180): altrettanto venne disposto per i banditi di Parma e Fano (ibid. n. 118, 120. tStì, 181, 182, 214. 215, 284; t'ir. Iblei, n. 183: * Hortatorium del 1° marzo 1535 al duca di Mantova di consegnare i banditi a Parma; n. 186: * bolla del 20 marzo 1535 ad teprimendas vinlentias et rapina $ bannitorum Fani). Contro quei di Nepi, die nella loro lotta col governatore occuparono quella fortezza, è diretto il « breve dei 19 febbraio 1535 (ibid. n. 123). Si riiferiscono ad Ascoli i * brevi al gu-bernator Marchiae Ancon., del 4 .aprile, al gnlìernator Asolili, del 7 e 10 aprile (Mi t. 51, n. 23-25), a Fano 1 ‘brevi al gnbernator Marchiae, del 1 e 3 aprile 1535 (ibid. n. 120-130). Di rimuovere i torbidi ad Ascoli Paolo III occupa vasi ancora al principio del 1536: colà il ipapa fece costruire una fortezza (v. il * breve del 10 e 11 gennaio e 10 febbraio 1536 all’el-ectus Papiensìs | de llubeis] funzionante dia commissarias; v. ibid. Arm. 41, t. 1. n. 10-12; ibid. ■>:. 14 1’ * lordine in data 10 marzo 1536 al gubernator Asculi eli esiliare sei cittadini rei). Archivio segreto pontifici o. Sulle solleciitudiniil di Paolo III per Parma cfr. anche Gualano 15 s. 2 Brosch I. 173 s. addice erroneamente come unico caso la remissione per Ravenna. Simili remissioni avvennero ad es. per Cascia il 15 dicembre 1534 (* Min. brev. Arm. 40. t. 49, n. 382), Viterbo il 10 novembre 1534 (ibid. n. .',85), Fano il 2 giugno 1535 (ibid. t. 51, n. 131). Archivio segreto pontificio. s Cfr. sopra p. 160 e Capasso I, ISs. V. anche in Riv. stor. XVIII (1301), 52 s. la critica del Capasso al lavoro del Gu,alano citato in n. 1. 4 Rabelais II, 538. Secondo una * lettera di F. Peregrino del 26 settem- bre 1534, Clemente VII quando morì non possedeva più che 12,000 ducati. Archivio Gonzaga in Mantova. 6 Se anche la parsimonia di Paolo III ¡spesso non fu a proposto (cfr. Nun-tiaturberichte II, 20), non lo si può tuttavia accusare di avarizia. I dati