706 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 15 b. aveva affidato tale incarico a vita. A Clemente VII il Sangallo doveva anche il posto di primo architetto della rocca d’Ancona ; di Loreto. Paolo III, che già da cardinale aveva in vario modo occupato e distinto l’artista,1 addì 28 maggio 1536 confermollo in questi suoi offici e nominollo nello stesso tempo architetto di tutt • le fabbriche nello Stato pontifìcio con l’annuo onorario di 720 ducati in tutto.2 Da queste finora ignote condizioni di stipendii risulta con tutta la chiarezza, che dal principio Michelangelo occupò il primo posto fra gli artisti impiegati da Paolo III. Non mancarono in verità attriti. Peruzzi morì bensì al principio di gennaio del 1537, ma Sangallo visse e lavorò instancabile fino all’autunno del 154'. e ripetute volte s’urtò ostilmente con Michelangelo. Ciò avveros.-: principalmente nei grandiosi lavori di fortificazione, che il pap;; progettò per assicurare l’eterna città. A lungo s’è creduto, che il motivo della fortificazione di Roma, a cui s’accinse Paolo III, sia stata la paura che si ripetesse la spaventosa sorte del suo antecessore : la residenza del capo della Chiesa doveva per l’avvenire essere protetta da un’aggressione quale era riuscita ai Colonna e al Bourbon.3 Certamente simili considerazioni non sono state senza influsso sulla decisione di Paolo III, che aveva visto quei tempi spaventosi, ma la ragione principale fu un’altra. In vista del pericolo turco, sempre più minacciante a partire da! 1537 e dinanzi al quale l’Italia intiera tremava, 1 Roma non parev : sufficientemente difesa contro un improvviso assalto da parte di parati turchi. Il giurista francofordiense Fichard, che visitò la citta nell’autunno del 1535, osservò che le torri delle antiche mura Aure-liane erano in molti punti del tutto cadute o minacciavano di precipitare.5 Bisognava provvedere e provvedere nel modo più radicale. I papi anteriori del rinascimento, come oggi pure attestano i loro scudi ed iscrizioni, si erano contentati di restaurare singoli luoghi danneggiati in modo speciale del vasto anello delle mura. Paolo III non era pago di simili restauri e un grandioso sistema di nuove fortificazioni, approfittando di tutte le conquiste offerte dalla nuova fortificatoria, doveva assicurare una volta per sempre l’intiera città sulle due rive del Tevere. Lunghe e minute discussioni, nelle quali prendevano parte anche il papa e Pier Luigi Farnese, vennero tenute coi migliori architetti, ingegneri e generali versati nell'arte 1 Ctfr. Atti Mod. II, 471s. e V. 11 testo ’1'’ • Il giusto venne riconosciuto nel 1880 per il primo dal Guglielmotti (Forti.f-cagioni 320 s.), domenicano altamente benemerito dell’indagine di tutte <1 " ste cose. 4 Ofr. le nostre notizie sopra p. 172 s. 5 Vedi Ficiiard, Jfalda 16.