Convocazione del concilio a Mantova (2 giugno 1536). 53 dì dopo l’arrivo di Carlo V, l’8 aprile, in una congregazione straordinaria di cardinali, a dispetto dell’opposizione degli anticesarei, veniva decisa la convocazione del concilio e formata una commissione per preparare la relativa bolla, che risultò dei cardinali vescovi Piccolomini e Campegio, dei cardinali preti Ghinucei, Simonetta e Contarini, dei cardinali diaconi Cesi e Cesarini, non che deH’Aleandro, d’Ugo Rangoni vescovo di Reggio e del Vergerio.1 L’abbozzo della bolla venne deferito all’Aleandro. L’imperatore fu così soddisfatto del contegno di Paolo III nell’affare del concilio, che il giorno avanti la sua partenza da Roma, il lunedì di Pasqua 17 aprile 1536, alla presenza dei cardinali e degli inviati lo ringraziò dei buoni sentimenti addimostrati in quell’occasione.2 Lasciò poi a Roma come plenipotenziarii Granvella e Covos, i quali dovevano rivedere l’abbozzo della bolla di convocazione ancora dopo che fosse stato approvato dalla commissione. Si tenne conto delle proposte di miglioramenti che essi fecero e che riguardarono specialmente una più forte accentuazione degli sforzi di Carlo V per la realizzazione del concilio,3 dopo di che l’inviato francese si fece avanti colla richiesta che si menzionassero egualmente i meriti del suo re : data la forte opposizione degli inviati imperiali, solo a stento sii raggiunse un compromesso, secondo il quale vennero contemplati in forma attenuata i desiderii dei francesi.4 Anche il Vergerio fece due appunti all’abbozzo della bolla. In un memoriale apposito5 egli propugnò l’omissione delle parole «secundum morem antiquorum conciliorum » perchè per esse non si sarebbe fatto che eccitare le passioni in Germania e sarebbe esclusa a 'priori la partecipazione dei protestanti. Questa proposta passò. L’altra del Vergerio aveva in mira, che prima della convocazione del concilio a Mantova si chiedesse ancora una volta l’espresso consenso dei principi tedeschi su quel luogo: questa strana pretensione, la quale non avrebbe potuto che rimettere in questione quanto s’era fino allora ottenuto, sconcertò tanto più il rappresentante di Ferdinando I perchè contemporaneamente continuava la opposizione dei cardinali anticesarei. Per fortuna la proposta non venne accettata. 6 1 V. Aota corniti, presso Ehses IV, 1 e in App. n. J9* la * lettera di G. Agnello dell’8 aprile 1536 (Archivio Gonzaga in Mantova), che solo riferisce intorno laU’opposizione degli anffimperiali. 2 Dettagli sul discorso idi Carlo V del 17 (aprile 1536 sotto, cap. 3. 3 X untia turbai eh t e I, 583 s. 4 Ibid. 75 s. s In A’iintinturbertelite I, 584-588; cfr. I, 76 s. e Cfr. Paixavicini lib. 3, c. 19, n. 2; Siintiaturberichte I, 76; le osservazioni dell’Aleandro contro questa proposta in Xuntiaturberichte I, 584; la ** lettera di iSanchez del 4 igiugno 1536 (A rchivio domestico, di Corte e di Stato in Vienna).