72 Paolo III. 1534—1549. Capitolo 1. i vescovi Matteo Giberti di Verona e Ugo Rangoni di Reggio, che dovevano dapprima recarsi a Venezia per esprimere personalmente alla Signoria la gratitudine del papa, e poi portarsi a Vicenza.1 Soddisfatto alla loro missione in Venezia,2 il 23 gennaio 1538 essi andarono a Vicenza8 per assumere la preparazione esteriore del concilio. Trattavasi prima di tutto di trovare il quartiere per i principi e prelati che si attendevano, poi di mettere in condizioni buone all’uopo la cattedrale, in cui si sarebbero tenute le sessioni conciliari.4 Nel concistoro del 19 dicembre 1537 seguì la nomina di legati, i quali insieme coll’introduzione delle trattative per la pace dovevano anche mettere sul tappeto il negozio del concilio : il cardinale Cristoforo Iacobazzi venne inviato come legato presso l’imperatore e «il cardinale Rodolfo Pio di Carpi al re di Francia.5 Iacobazzi, che raggiunse l’imperatore a Barcellona addì 17 gennaio 1538 ebbe poi ripetuti colloquii col Covos e col Granvella. Costoro dichiararono che Carlo V nulla lascierebbe mancare per assicurare la riuscita di quella santa e salutare opera. Non trattarsi quindi se non del fatto, se il papa riuscirebbe a togliere di mezzo gli altri impedimenti, avanti tutto l’opposizione dei protestanti tedeschi, i quali non soltanto erano ostili al concilio ecumenico e miravano a un sinodo nazionale tedesco, ma col loro atteggiamento minaccioso impedivano anche ai principi cattolici e prelati tedeschi l’andata al concilio. Un secondo grave ostacolo risultare dalla posizione presa dal re d’Inghilterra, il quale faceva di tutto per lavorare sott’acqua contro il concilio e la Sede apostolica presso Francesco I e Carlo V. Le suggestioni del re inglese rimasero senza effetto presso l’imperatore,6 ma non mancarono di lasciare impressione in Francesco I. Tanto il Cardinal Carpi che il nunzio Ferreri7 riferirono 1 Mobsolin 23 s. Ehses IV, 141, n. 2 Giberti era a Venezia fin dal 14 gennaio e v’aspettava la venuta del liangoni (Mobsomn 25). 3 Mobsolin 25. * Ofr. le relazioni del vescovo di Reggio al cardinale Farnese da Vicenza 27 gennaio ,(Ehses IV, 145 a.), ¡30 gennaio (ibid. 146) e 5 febbraio 1538 (ibid. 150 «.). iCfr. Mobsolin 26 ss., 48, Doc. III-V e Oapasso, Legati 6 s. Pare che fra la cittadinanza di Vicenza non regnasse grande contentezza per dover accogliere il concilio : !fu molto difficile trovare persone capaci, che volessero incaricarsi idei provvedimenti per preparare gli alloggi. s Ofr. Ehses IV, 147-149; Ehses Franz 1. und die Konzilsfrage 315 ss.; Pieper, Nuntiaturen ¡nr. ,115 : Korte 8 ss. , e V. presso Ehses IV, 147 s. la lettera di Iacobazzi al Cardinal Farnese del 1 febbraio 1538. Il (cardinale Iacobazzi riferisce egualmente sui buoni sentimenti dell’imperatore in una lettera (posteriore del 7 (marzo; presso Ehses IV, 148. " Il cardinale Carpi al Cardinal Iacobazzi e al cardinale Farnese da Mou-