424 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 7. sina a Roma, addì 2 settembre 1549 chiese per sé e per i compagni la benedizione del papa. In via verso la Germania i tre novelli professori di teologia si fecero esaminare all’università di Bologna dal vescovo Ambrogio Catarino e da due altri Domenicani ricevendone poi dal legato pontifìcio cardinale Giovanni Maria del Monte la berretta di dottori in teologia.1 Molto cortesemente ricevuti nella continuazione del viaggio dai cardinali di Trento e di Augsburg e dal duca di Baviera, entrarono a Ingolstadt il 13 novembre 1549 : Punii'versità fece loro un solenne ricevimento e Canisio aprì le sue lezioni ai 26 di novembre.2 Fu uno degli ultimi successi ottenuti da Paolo III Pavere potuto condurre Pietro Canisio sul suo vero campo di lavoro. Era ora spuntato il tempo, nel quale al protestantesimo che s’avanzava vittorioso prima si impose una sosta e poi venne strappata una parte delle sue conquiste. Canisio fu uno dei migliori condottieri in queste vittoriose battaglie : ini esse sotto i successori di Paolo III egli, colla sua attività accademica, colle sue innumerevoli prediche e catechismi, colla composizione di catechismi e di molti altri scritti, col compiere difficili incarichi papali, con instancabile azione in diete ed altre riunioni, colla fondazione e direzione di collegi del suo Ordine, infine colle sue preghiere e la sua veramente santa vita, s’è meritato il nome di secondo apostolo della Germania e gli onori degli ¡altari.3 Ancor prima di venir chiamati in Baviera, i Gesuiti ebbero un invito in Africa. L’occasione ne fu qualcosa di singolare: un dì Giovanni III re di Portogallo ricevette una lettera da Claudio Ata-naf Sagad, negus d’Abissinia, che vi diceva come alcuni anni prima fosse comparso dinanzi a lui uno, il quale sosteneva d’essere stato riconosciuto patriarca d’Etiopia dal papa romano, ma addimostra-vasi inabile e inadatto : volesse il re illuminarlo se realmente quel tale fosse patriarca e se no gli mandasse un vero patriarca volendo gli Abissini obbedire al papa.4 Re Giovanni non seppe far di meglio, che rivolgersi ad Ignazio pregandolo di aiutarlo e scrivendogli che il suo desiderio era che assumesse il patriarcato un membro della Compagnia di Gesù.5 II soccorso era seriamente necessario, 1 Polancus I, n. 548 ; Bratjnsberc.er I, 685-686. 2 Brattnsberger I, 689-691; Poi.ancur I, n. 432, 434; Fi,or. Rjess S. J-, Der sei. Petrus Ganisius, Freiburg i. Br. 1865, Sl-86 ; efr. ancbe Tgn. Agktcoi ■ S. J., Historia Provìnoiae Bodetati» Iesu Germamae Superioris I, Apgustae Vindel. 1727, 19-20. 3 Giudizi di cattolici e non cattolici su Canisio presso Bbatjnsberìikb I xvm-xxm. Ora efr. anche il minuto edl eccellente lavoro di X. Le Bacìi fi.kt. Cani.nus in Diotionnaire de Théol. cathot. II, Paris 1905, 1507-1537. 1 Rodriguez S. J. a Ignazio dia Almeirim 1S marzo 1546 (Epistolae /’. Pasch. Broéti 543-544). s Giovanni III a Ignazio da Santairem agosto 1546; Ignazio a Rodriguez da. Roma ottobre 1546 e al Torres da Roma 9 ottobre 1546 (Mon. Ignat. Ber. I, I, 428-430, 434). •