Il cardinale Farnese dopo l’assassinio di Pier Luigi. 595 di Pier Luigi1 ed a restituire Piacenza. L’orrendo fatto del 10 settembre doveva venire usufruito al possibile. La restituzione di Piacenza o la concessione d’un compenso per essa veniva offerta dagli imperiali come esca per ridurre il papa ad assoggettarsi alla politica imperiale. Paolo III vide subito in fondo alla cosa ed ora meno che mai manifestò inclinazione a cedere nella faccenda del concilio.2 Dato l’amore straordinariamente grande del papa ai suoi, gli imperiali avranno sperato, che l'eccitazione e il cordoglio per gli ultimi avvenimenti avrebbero posto fine alla vita dell’ottantenne, ma la ferrea natura di Paolo III superò anche questo colpo 3 mentre il suo contegno d’ora in poi guadagna in dignità. « Nel rapporto coll’imperatore egli appare l’offeso e la simpatia umana si volge a lui allontanandosi dalla fredda arte politica del suo avversario ».4 Dopo il papa il più gravemente colpito era il Cardinal Farnese. Nella prima commozione il nepote andò sì avanti da dire, che se non si restituisse Piacenza egli s’aiuterebbe come meglio potrebbe, anche se dovesse chiamare in aiuto il diavolo. Più tardi minacciò di consegnare Parma ai Francesi.5 Tali dichiarazioni avevano lo scopo di spaventare gli imperiali : in fondo Farnese sperava contro ogni speranza, che l’imperatore rifletterebbe sulle cose, restituirebbe sotto certe misure di prudenza il bottino e rimetterebbe suo genero Ottavio in possesso di Piacenza. Col mostrare una lettera di Granvella il Mendoza cercò di alimentare tali vane speranze ed anche dopo la delusione causata dal totale silenzio di Figueroa intorno alla restituzione di Piacenza, Farnese pensava, che, in considerazione del fermento in Germania e in Italia e delFatteggia-mento minaccioso della Francia, l’imperatore non spingerebbe le cose fino all’estremo.6 Anche il papa non voleva ancora togliere all’imperatore la via di una ritirata. Allorché, alla metà d’ottobre, parlò in un conci-toro dell’uccisione di Pier Luigi, Paolo III dichiarò essere certo Ferrante Gonzaga l’assassino, ma sperare dhe il misfatto fosse avenuto a insaputa di Carlo e che Sua iMaestà restituirebbe Piacenza alla Chiesa, al quale scopo era stato mandato Mignanelli ad Augsburg. Nutrire la precisa speranza che l’imperatore adem- 1 V. il breve del 20 settembre ,1547 presso Raynald 1547, n. 110 e Nun- . îiaturberichte X, 116, n. 1, ove i particolari sulla missione del Mignanelli : v. inoltre anche Spicil. Vatic. I, 75 s. ; Fontana II, 502 s. 2 Già ai 26 di settembre dtel 1547 Mendoza notificava, come il papa parlasse di far tenere una sessione a Bologna (vedi Döllikger, Beiträge I, 123). 3 Egli disse all’inviato veneto che sperava di sopravvivere all'imperatore (vedi de Leva IV, 377, n. 1). 4 Giudizio di Friedensbtjro in Nuntiaturberichte X, xxxvm ; cfr. Campana 407. 5 V. le relazioni di Mendoza presso Döllinger, Beiträge I, 124, 129. 6 Cfr. de Leva IV, 374®.; Nuntiaturberichte' X, 142 e.