542 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 11. pure il piano ora inteso dagli Schmalkaldici di impedire all’imperatore il rinforzo delle truppe neerlandesi comandate dal conte Massimiliano di Büren. Ai 15 di settembre Biiren unì il suo esercito con quello dell’imperatore, il quale ora disponeva di più che 50,000 soldati a piedi e di 14,000 a cavallo.1 Non ostante la sua superiorità Carlo non volle giuocar tutto su una carta sola : il suo piano era piuttosto di tenere a bada i nemici e d’esaurirli in fatto di ¡finanze. ¡La situazione degli Schmalkaldici peggiorò special-mente perchè mancò l’aiuto che avevano cercato di ottenere in Danimarca, Francia e Inghilterra. Nè si compì la ferma loro speranza che i Turchi tornerebbero loro di vantaggio. L’imperatore prese Donauwörth, Dillingen, Lauingen, e gli Schmalkaldici si ritirarono per occupare alla metà d’ottobre un forte campo a nord di Ulm presso Giengen, dove rimasero inattivi per sei settimane mentre Carlo stava accampato presso Lauingen. Dalle due parti la peste mietè molte vittime e specialmente le truppe spagnole e italiane non abituate al crudo clima autunnale di Germania soffrirono gravemente: in conseguenza della malattia e delle diserzioni queste ultime andavano poco a poco sempre più struggendosi.2 L’imperatore non si lasciò indurre a dare battaglia : la vittoria alle sue bandiere doveva affiggerla la sua accorta perseveranza. Alla fine d’ottobre saltò fuori un nuovo lato del vasto progetto di Carlo. Il duca Maurizio dichiarò la guerra a suo cugino Giovanni Federico e compì il bando pronunciato contro costui. Però non per la catastrofe in Sassonia la guerra venne decisa a svantaggio degli SchmalkaJIdiei, ma per la loro miseria finanziaria. «Il promesso denaro francese mancò», scrisse più tardi Filippo d’Assia, «il Württemberg e le città non poterono nè vollero dar nulla, la Sassonia e noi non avevamo denaro e bisognò andarsene».3 Addì 23 novembre i confederati si separarono presso Giengen. Il langravio s’affrettò per il Württemberg a recarsi a casa sua presso le sue due mogli, come osservò schernendo Schàrtlin. L’Elettore nella sua ritirata saccheggiò deboli alleati deH’Impero fossero cattolici, come Gmünd, Magonza e Fulda, o protestanti, come Francoforte.4 La ritirata degli Schmalkaldici rese affatto inaspettatamente signore sul campo le truppe imperiali, che iin seguito all’umidità, al freddo e alle malattie trovaVansi in condizione molto scabrosa. 1 Cfr. Kannengiesser, Karl V. und Maximilian Egmont, Graf von Biiren, Freiburg 1895. 2 Sulle diserzioni in massa degli Italiani in occasione della partenza del cardinal Farnese v. Nunttatur'beriehte IX, 310. n. 1, 312, n. 2. a Rommel, Urkundenlmch 262-263; cfr. Eget-haaf II, 475 s. ; Histor. Zdt-schr. XXXVI, 76; LXXVII, 468. 4 Vedi Janssen-Pastor IIIis, 648 s. ; cfr. Nuntiatur'berioMe IX, 364 s., 375.