Timore del papa di fronte a Carlo V. 565 da vivere, non poteva paventare nulla e che se gli toccasse di morir martire per l’onore di Dio, ciò non sarebbe che glorioso per lui ed anzi la morte lo libererebbe dai pensieri e fatiche, che la sua posizione portava seco in quei tempi e con quei principi.1 Che Carlo V fosse deciso all’estremo, Paolo III dovette desumerlo dalle inaudite frasi che l’imperatore aveva usate col Verallo. Frattanto ila politica francese continuava con zelo ad allargare la òssa tra imperatore e papa ed a mettere discordia insanabile fra due. Il cardinale du Bellay fece notare al nunzio pontificio Dan-di'no la tolleranza accordata dall’imperatore alla confessione protestante nelle città assoggettate e pose la questione se ciò non volesse dire ingannare il papa e la Sede apostolica.2 La condotta di fatto dell’imperatore non poteva che favorire ùmili suggerimenti. Quantunque nella Germania del Sud non ci :osse più opposizione, pure quanto alla cosa religiosa tutto rimaneva allo stato antico ; pareva anzi che l’imperatore avesse abbandonato allora la guerra contro i capi della lega Schmalkaldica ritiratisi nella Germania settentrionale e tornasse a dirigere la sua attenzione maggiormente sull’Italia, chè mentre al conte di Buren enne dato l’ordine di licenziare una parte dell’esercito, si arruolarono nuove truppe spagnole, sull’impiego delle quali fu chiesto il onsiglio di Ferrante Gonzaga, il governatore di Milano, il quale u d’idea, che quei soldati dovessero dislocarsi a Siena per tenere in freno il papa e i Farnese, siccome quelli i quali già da buon pezzo ’.vrebbero rivolto la loro mira a quella città.3 E s’aggiunse l’intento, sempre più chiaramente rivelantesi, di Ferrante di togliere arma e Piacenza ai Farnese.4 Considerando questa condizione delle cose non può recar mara-iglia 5 se, gravemente minacciato nel campo sia politico che reli-: ioso dalla preponderanza del vittorioso Habsburg, non nei profetanti, ma in Carlo V vedesse Paolo III il nemico più pericoloso e he anzi non gli fosse discaro se gli Schmalkaldici nella Germania •el Nord mantenessero il terreno contro le truppe imperiali.6 La 1 V. le relazioni contemporanee in 'Nuntiaturberichte IX, 4!)4, n. 4 ; cfr. i>ia. li, 2 Vedi Druffex, Sfondrato 310. 3 Ibid. 310-311. 4 Ofr. sotto p. 587. 5 Così giudica Druffel (Sfondrato 311). 6 In una lettera non datata di Du Mortier al re francese leggiamo: « S. S. a eu nouvelles de la defaite du marquis de Brandeubourg par l’industrie de la soeur du Landgrave et entendu que le duc de Saxe se trouve fort, dont elle a tel contentement comme celuy qui estime le commun ennemy estre par ces moyens retenu d’executer ses entreprise^ et eonnoist-on bien qu’il serait utile suus main entretenir ceux qui luy resistent, disant que vous ne sçauriez faire depense plus utile » (Ribiek I, 637). È troppo evidente il carattere tendenzioso (li questa notizia perchè le .si possa attribuire senz’altro credibilità.