Negoziazioni con Carlo Y per la faccenda di Piacenza. 635 cercò ora di procurare all’imperatore delle difficoltà nell’affare delle dispense.1 Meraviglia, sconcertamento2 e timore regnavano a Roma. L’eccitazione era tanto più grande perchè fin dall’autunno il cardinale del Monte aveva fatto sapere d’aver seguito in Bologna, la traccia d’una trama, che mirava a mettere quella città nelle mani dell’imperatore. 3 La grande eccitazione di Paolo III era accresciuta an-•or più per istigazioni francesi4 e per il contegno provocante del Mendoza, che consegnando il censo feudale per Napoli manifestò pubblicamente il suo disprezzo al papa.5 Per1 quanto Paolo III diesse allora violentemente la sua a voce, fu tuttavia temperata la risposta scritta che diede il 25 giugno alla dichiarazione imperiale nel negozio di Piacenza. Vi si diceva, che molto volentieri avrebbe il papa risparmiata una replica se ciò fosse stato possibile senza danno per lui e per la Santa Sede : costretto a rispondere, non volere egli ritornare nè sul vituperoso fatto ai Piacenza nè sulle pro-: Tiesse dell’imperatore, ma limitarsi alle dichiarazioni presentate da Martin Alonso da Rio. In seguito alle comunicazioni di Bertano ; di Orsini, che per quietare la sua coscienza l’imperatore desiderasse di conoscere i diritti della Santa Sede, il papa solo sotto la condizione di previa restituzione, avere voluto acconsentire a negoziare e finalmente ceduto per non apparire diffidente o duro e fatto presentare aMendoza i documenti originali.Mendoza non aver saputo fare obbiezione alcuna ed ora invece l’imperatore sostenere che la Santa Sede non abbia alcun titolo legittimo di possesso ed offrire un indennizzo di 40,000 ducati per il nepote nel caso che gli si lasci anche Parma. Se queste condizioni siano accettabili o riescano di danno alla Santa Sede, anzi all’intiera cristianità, sia lasciato al giudizio di Dio e a quello del mondo intiero. Egli prega soltanto, che l’imperatore si consulti di nuovo con Dio e colla sua coscienza per vedere come la città di Piacenza spetti alla Santa Sede e come per molte ragioni Sua Maestà non possa tenerla: altrettanto valere per Parma.6 1 Vedi Mattrenbrecher 209 ; Ribier II, 216 ; Drttffei. I, 272. 2 La lettera di Bertano al Cardinal Farnese in data di Bruxelles 23 giu-snio 1549, che notificava essere stati vani tutti i suoi sforzi, arrivò il 5 luglio a mezzo di G. Orsini (v. Nunz. di Francia• I A, f. 419b). La risposta dell’imperatore del 12 giugno venne consegnata a Paiolo III il 18 luglio (ibid. f- 409 : A r c li i v i o segreto p o n t i f i c lio) ; cfr. Corp. dipi. Pari. VI, 320 s. 3 Clfr. Pat.i, a vicini lib. 11, c. 3 ; Dktiffel I, 298 ; de Leva V, 35 ; cfr. anche Legaz. di Scrristori 202. 4 Vedi Druffkl I, 270 e Histor. Zeitschr. XXXII, 419. 5 Cfr. la * relazione di Suonarmi del 29 giugno 1549 (Archivio di Stato in Firenze) e* quella di M. Dandolo del 29 giugno 1549 (Archivio d'i Stato lln Venezia). 6 La Risposta data a M. Alonso de ordine de N. 8. è stampata in Lett. d. prime. Ili j( 1577), .186, Druffel (I, 266) la riporta ancora, quantunque avrebbe