94 bisogni, al limitare di confini non definiti, l’occasione di attrito poteva esser facile. Un propizio argine favoriva le comunicazioni terrestri tra Grado e la terraferma longobarda (1). Battendo quella via e i Romani dalla laguna potevano entrare nelle limitrofe terre e i Longobardi assalire gli avversari. I rapporti tra i due popoli in questi territori non erano mai stati troppo cordiali. Al neo-metropolita aqui-leiese, scismatico, eletto dai vescovi longobardi, era stato impedito di prender stanza in Aquileia. Egli aveva dovuto fissare la sua dimora a Cormons, non solo per l’inclemenza e per la desolazione del luogo, ma anche per le continue molestie da parte dei Romani del territorio bizantino (2). Esse partivano dalle genti stanziate lungo il confine istriano dell’ Isonzo, e, com’è probabile, dagli abitanti di Grado. Si conceda pure che il motivo dominante fosse religioso. Gli incidenti però assumevano presto uno sviluppo maggiore, sì che l’autorità politica non poteva restare indefinitamente estranea. La scorribanda del duca friulano Lupo contro il castello grádense (3), avanti il 664, ha tutto l’aspetto di una ritorsione ispirata, se non suggerita, dalla chiesa aquileiese, con l’obbiettivo apparente di ricuperare il tesoro asportato dal vescovo Paolo al tempo della prima fuga, e dipoi sempre custodito nella basilica di Grado. Può essere che questo episodio sia stato esagerato dallo spirito violento, arrogante ed avido del duca. Egli lo dimostrò anche in seguito nel governo del Palazzo di Pavia, a lui affidato da re Grimoaldo al momento del viaggio beneventano (4). Ma non si può escludere che esso faccia parte anche di uno di quegli incidenti di frontiera, che lo storico longobardo sintetizza in una prospettiva di costante inquietudine (5). A non molta distanza di tempo, forse nel 665, o poco più, lo stesso re Grimoaldo compiva la rovina di Oderzo (6), rispettato (1) Paul. Diac., Hist. Lang., V, 17 : per stratam, quae antiquitus per mare facta fuerat. (2) Paul. Diac., Hist. Lang., VI, 51 : quia in Aquileia propter Romano-rum incursionem habitare minime poterant. (3) Paul. Diac., Hist. Lang., V, 17 : et de predicta ipsa ritritate Aquileien-sis ecclesiae thesauros exinde auferens, reportavit. (4) Paul. Diac., Hist. Lang., V, 17. (5) Paul. Diac., Hist. Lang., VI, 51. (6) Paul. Diac., Hist. Lang., V, 28.