L’armistizio di Nizza (giugno 1538). 191 avuta il 9 giugno - propose un’altra via: Milano venisse rimesso nelle mani di Ferdinando I, il quale sotto le più ampie garanzie avrebbe dovuto obbligarsi a maritare una figlia al duca d’Orléans ed a consegnargli il ducato dopo tre anni, Carlo V si dichiarò d’accordo sulla cosa esigendo però che Francesco I sciogliesse subito la sua lega coi Turchi e acconsentisse al concilio. Allorquando, nel suo secondo colloquio con il re francese, il papa addì 18 giugno comunicò tale progetto, Francesco I sorridendo lo respinse.1 Essendo poi stata rigettata dai consiglieri francesi anche una nuova proposta conciliativa di Paolo III, apparve chiaro, che una pace duratura non era possibile. Il papa, che ai 14 di giugno riferì in concistoro sulla situazione, dovette allietarsi di riuscire almeno a spuntarla con un armistizio, ma in questo pure incontrò grandi difficoltà. Onde rimanere il più a lungo possibile in possesso della Savoia, il re francese voleva estendere la tregua a 15 o 20 anni, mentre Carlo V intendeva concedere al più 5 a 10 anni. Finalmente si convenne su 10. Nel frattempo ognuno doveva rimanere in possesso di quanto aveva al momento. Venivano poi proposti negoziati in Roma per la completa composizione della controversia.2 Nel pomeriggio del 17 giugno gli inviati di Carlo V si riunirono nel convento, dove abitava il papa. Questi, che il mattino stesso aveva avuto un ultimo colloquio con Francesco I, stava nella sua stanza, gli inviati in una sala contigua. Il cardinale Ghinucci funzionò da mediatore giacché saltarono fuori numerose altre difficoltà. Finalmente la sera sul tardi tutto era messo in ordine. Allorquando rinviato veneziano Marcantonio Contarini notificò il risultato al pontefice affatto esaurito, Paolo III dichiarò che la sua gioia era più grande che non il dì della sua elezione e che coll’aiuto di Dio sperava da questo inizio l’uscita della pace universale. * Ai 18 di giugno Carlo V e Francesco I apposero la loro firma all’atto e due dì dopo il papa partiva da Nizza, dove per l’incomodità dell’abitazione aveva sofferto non meno che a causa delle faticose e stimolanti trattative. La flotta, che ricondusse il capo della ! "hiesa, consisteva in sei galere imperiali e altrettante del re. A Villafranca vi s’aggiunse con 24 galere Carlo V, col quale ad Oneglia, ilio sarà pubblicata in Ariti pontif..