32 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 1. pur troppo non è fatto Al nome, rispose : noi siamo indifferenti in proposito, ma una riforma può aversi solo dopo che tutto sia crollato. A questa frivola risposta il Vergerio non potè trattenersi dal replicare: guardatevi dunque dai corpi dei Tedeschi se non volete darvi pensiero delle loro anime : voi non sapete quanto grande sia l’ira di tutti contro di voi e quanto sono essi potenti : In summa, così conclude il Vergerio la sua lettera a Ferdinando I su questo colloquio, quei signori sono tanto ingolfati nei loro piaceri e progetti ambiziosi, che non sanno cosa avvenga nella lontana Germania. 1 Ben presto i cardinali mondani s’accorsero che relativamente alle cose tedesche Paolo III non condivideva la loro superficiale concezione e indifferenza, risultando anzi sempre più che colla salita al trono del Farnese come in molte altre così anche in questa importante faccenda cominciava a compiersi un rilevante cambiamento. Se Clemente VII aveva troppo poco rivolto la sua attenzione verso la Germania, Paolo III invece al principio del suo pontificato rivolse in misura elevata le sue cure a quel paese.2 Ciò sii diede a vedere in breve sia nell’aiuto dato ai dotti cattolici tedeschi così leggermente trascurati da Clemente VII,3 sia nelle istruzioni impartite ai nunzi, le quallii inculcavano che si tenesse larghissimo conto dell’umore dei Tedeschi avverso a Roma.1 L’indirizzo mutato si diede a vedere finalmente anche nella questione del concilio. Se i cardinali5 e i loro amici mettevano in dubbio la buona volontà del papa relativamente a detta assemblea, essi non trovarono però fede presso il rappresentante di Ferdinando I.® Viene 1 Nuntiaturberichte I, 327. 2 « Tutte le faccende di Clemente erano rivolte in ogni altro luoco che in Germania, queste di Paolo sono qui quasi tutte hora », scriveva il Vergerio il 1° luglio 1585. Lett. al Aretino I, 172. 3 Per m-otu proprio nel 1535 vennero dati buoni benefica al Coeleo, al Nausea e ad Erasmo; v.Nuntiaturberiehte J, 506 s. Anche negli anni seguenti i predetti ed ¡altri dotti cattolici, come Fabri, vennero forniti di .beneficia ; v. ibid. II, 84, 134. 178, 196, 209. 257; III, 252; IV, 16-17. 4 Pare veramente clic il Vergerio non abbia avuto che istruzioni orali, Morone invece ebbe le (più Iminute istruzioni circa la sua condotta e quella dei compagni. Nella sua istruzione del 24 ottobre 1536 (Nuntiaturberichte II, 61 ss.; .sono ¡presi in considerazione tutti i casi (possibili : la condotta negli alberghi, ove non dovevano far debiti, l’accettazione di regali, il vestiario, l’esercizio delle facoltà, la visita delle chiese e l'osservanza dei digiuni. Il rappresentante del papa, dev’essere né troppo liberale né avaro, né troppo serio né troppo gioviale. Come tristo esempio si adduce il Miltitz. Per l’istruzione al Vorst v. sotto. iSi vede quanto .si trovasse necessario a Roma «contenersi, darsi pensiero della buona ifama » (Ranke, Papste III, 42 *). 5 V. in App. n. 8 la * relazione del cardinale E. Gonzaga in data 18 gennaio 1535 (Biblioteca Vaticana). 6 V. in App. n. 9 la * relazione del iSanchez del 20 gennaio 1535 (Archivio domestico, (di Corte e di Stato in Vie n u a).