La questione del concilio nel 1542. 441 su tutto ciò, per cui il papa volesse decidersi.1 Al suo arrivo in Spira Morone sentì in modo sgradito l’assenza di quasi tutti i principi ecclesiastici, tanto che non potè intendersi coi medesimi, cosa la quale sarebbegli stata tanto più cara perchè sospettava che negli oratori imperiali Montfort e Naves come nel re Ferdinando esistesse l’incliniazione a concedere ai protestanti, dietro l’annuenza al ¿soccorso contro i Turchi, un concilio nazionale o la decisione della questione religiosa da parte d’un’aìtra dieta.2 II re romano poi, al quale allora premeva solamente di ottenere dall’impero un aiuto contro i Turchi, non vedeva di buon occhio che il rappresentante del papa trattasse a parte cogli Stati cattolici3 e cercò quindi fin nella prima udienza del 9 febbraio di indurlo ad esporre i suoi incarichi in una sessione dinanzi alla dieta. Morone dovette rifiutarvisi perchè non aveva alcuna istruzione in proposito nè lettere credenziali per la dieta, ma solo per alcuni principi in particolare,4 ed a Ferdinando come al vicecancelliere Naves dichiarò, che non era là per negoziare in mome del papa colla dietà, ma coH’imperatore e col re romano. Però ad ulteriori istanze di Ferdinando chiese al papa a mezzo di Farnese ila facoltà di parlare dinanzi alla dieta sull’aiuto contro i Turchi e sul concilio.5 Come ben osservò il Mo-rone, era pensiero di Ferdinando, che nella seduta pubblica nessuno ¡rdirebbe dichiararsi contro la deliberazione di Ratisbona mentre temeva che in trattative particolari il nunzio potesse riuscire a guadagnare questi e quegli contro la medesima.6 Spiaceva inoltre 1 re, che Morone avesse [Subito cominciato a dire apertamente che ¡1 papa era risoluto ad aprire il concilio per la Pentecoste.7 II vescovo di Spira, l’unico principe ectelesiastico già presente quando comparve il nunzio, dichiarò che accetterebbe quanto disponesse il papa, ma raccomandò che non si tenesse il concilio fuori di Germania per non dare occasione a calunnie contro il Santo Padre e propose Metz o Trento, che in certo qual modo erano in Germania e fuori di Germania.8 II cardinale di Magonza al contrario, col quale, dopo che fu giunto, il Morone trattò a lungo, dichiarò pericoloso il tenere fi concilio in Germania anche qualora alcuni vescovi tenessero per questa pretesa, molto necessario invece che lo si effettuasse rapidamente.9 1 Morone a Farnese 8 febbraio 1542 (Laemmer 401). 2 Morone a Fai'nese 10 febbraio 1542 (¡Laemmer 404). Ofr. Korte 52 s. 3 Morone a Farnese 10 febbraio 1542 (Laemmeb 404. 411). Cfr. Korte 58. 4 Morone a Farnese 10 febbraio 1542 (Laemmeb 407 s.). 5 Ibid. (Laemmer 409, 410). 6 Laemmer 404. 7 Ibtó. 410 s. 8 Ibid. 404. 9 Morone a Farnese 20 febbraio 1542 (Laemmer 413).