Bernardino Ochino. 317 versazioni viterbesi formarono un oggetto d’accusa da parte del-Tlnquisizione.1 Dalle confessioni di Carneseechi risulta, che la più celebrata poetessa d’Italia, Vittoria Colonna, in conseguenza delle sue strette relazioni con Contarmi e Pole aveva essa pure abbracciato la nuova teoria della giustificazione alla stessa guisa che onorava la memoria dii Juan Valdes morto nella comunione esteriore della Chiesa, senza comprendere che le opinioni di costui s’allontanavano dalla dottrina cattolica. Appartenne al circolo di Valdes anche il cappuccino Bernardino Ochino sommamente venerato da Vittoria Colonna finché ¡’aperta apostasia di quest’uomo dalla Chiesa non la indusse a rompere ogni relazione con lui. Bernardino Ochino2 era nato nel 1487 a Siena nello stesso quartiere che santa Caterina. Entrò dapprima presso i Francescani Osservanti, ma non andandogli a genio la loro lassa disciplina, si volse ai rigidi Cappuccini, diramazione dei medesimi. Dotato di fantasia oltremodo vivace e di grande eloquenza, diventò in breve tempo il predicatore più famoso di tutta l’Italia. Le sue parole erano potentemente sostenute dalla figura ascetica e imponente riverenza del religioso. Dicevasi di lui che fosse capace di muovere alle lagrime i sassi. Già nella quaresima del 1534, e poi un’altra volta l’anno dopo, egli predicò a Roma in S. Lorenzo in Damaso dinanzi a uno scelto uditorio, tra il quale molti cardinali, mettendosi fuori con la sua grande franchezza. Le sue prediche, riferisce Agostino Gonzaga, spiegano il Vangelo e indirizzano a una vita veramente cristiana : egli non teme di dire ciò che è necessario alla salute degli uditori, e biasima nel modo più severo i grandi, sì che tutta Roma affluisce da lui.3 Dal tempo del Savonarola nessun predicatore aveva goduto tanta fama ; città e principi studiavansi con ogni diligenza d’averlo come predicatore : specialmente per la quaresima, in cui secondo il costume italiano si chiamano oratori stranieri, era difficile all’Ochino soddisfare alle richieste. E poiché di frequente lo si voleva contemporaneamente in luoghi diversi, il papa stesso dovette pigliare in mano la cosa e decidere quale città dovesse avere la fortuna di vedere nelle sue mura l’eloquente cappuccino. , 1 V. E str. del processo di Carnesecchi, ©(1. Manzoni in Misceli, di star, patr. X, Torino 1870. 2 Cfr. Boveritts I, 297 ss. ; Sciielhorn, Ergotglk-hkeiten I, 635 s. ; 216 s. ; HI, 765 s. ; Cantìt, Eretici II, 29 >s. ; Benrath, Ochino*, Braunschweig 1892; Hettinger in Sistor.-pol.-Bl. XOIV e Aws ~Welt und Kirche I3, 258 s. ; Hil-(•ess in Wetzer u. Weltes Kirchenlex. IX2, 659 s. A tuttil costoro, anche a I’enrath, sono sfuggite le importanti nuove coamintcazioni su Ochino presso T.uzio (V. Colonna 26 s.). 3 V. la relazione dii A. Gonzaga ctel 12 manzo 1535 presso Ltrzio, V. Colonna 26 s. ; efr. Muzio, Le Mentite Ochinìanc 12b ; v. finche Belt.t zzi 39 s., 163.