484 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 9. lui di questioni teologiche. Da principio avversario delle dottrine luterane, quel principe ecclesiastico di natura non indipendente mostrò più tardi una pericolosa inclinazione verso i rappresentanti del nuovo indirizzo. Poco a poco l’arcivescovo affatto confuso in faccende teologiche trovossi su un piano inclinato, sul quale non trovò più alcun ritegno. Alla fine del 1542 egli chiamò a Bonn il Butzer e concesse ai suoi preti il calice pei laici e la predicazione protestante. Sebbene il capitolo del duomo, l’università e il clero della città di Colonia isi sollevassero virilmente in difesa della fede cattolica, Ermanno perseverò nel tentativo di rendere protestante la sua diocesi. Nel maggio del 1543 Melantone in persona andò a Bonn e in luglio gli Stati secolari si dichiararono d’accordo col procedere deH’arcivescovo.1 Nello stesso tempo corse la voce che fosse in procinto d’apostatare dalla Chiesa anche Francesco di Waldeck, vescovo di Münster, Minden e Osnabrück. Questo prelato, propenso al bere e all’immoralità, aveva già da lunga pezza dato grave scandalo alla cattolica Vestfalia colla sua condotta e per la tolleranza di prediche protestanti. In principio del 1543 egli cercò di venire accettato nella lega Schmàlkaldica.2 Fece lo stesso passo il duca di Jtilich-Kleve, che dal 1541 era implicato in guerra colla sorella dell’imperatore, Maria, governatrice dei Paesi Bassi, a causa dell’eredità di Gheldria. Guglielmo, il quale da lungo stava sotto l’influsso di consiglieri dai sentimenti protestanti, si esibì agli Schmalkaldici di protestantizzare il suo paese se gli venisse prestato aiuto contro CarloV. Poiché però Filippo d’Assia ne mandò a vuoto l’accettazione nella lega Schmalkaldica, il duca di Jülich-Kleve rimase solo quando nell’estate del 1543 comparve l’imperatore con forze militari superiori : ai 24 d’agosto venne espugnata Düren, la fortezza principale del ducato di Jülich, e in breve spazio di tempo tutto il paese fu soggiogato. Il 7 settembre Guglielmo nel campo di Venlo si gettò ai piedi di Carlo V, che restituì al vinto i suoi antichi ter-ritorii, ma il duca dovette rinunciare alla Gheldria e a Zutphen nonché alle sue alleanze con Francia e Danimarca e promettere ancora di cessare daH’innovazioni ecclesiastiche.3 L’umiliazione del duca di Kleve ebbe un contraccolpo decisivo sullo svolgimento delle cose nel Coloniese. Ivi l’imperatore in persona eccitò i cattolici a energica resistenza contro le innovazioni 1 Ofr. Varrebttbapp, H. v., Wied und sein Reformationsversuch in Köln. Leipzig 1878; Floss e Pastor in Annalen des histor. Vereins für den Nißderrhein XXXVII, 121 s.; JanssenhPastor III“, 562 s.; Postina, Billiclc 41 s.; Gulik, Gropper 44 s., 62 s., 86 ®s.; IlistOfr. Jahrb XXVIII, 183 s. 2 Vedi Janssen-Pastor III“, 560 s. e Fischer, Die Reformationsversuche des Bisehofs F. v. Waldeclc (dissertazione), Münster 1906. s Vedi Janssen-Pastor III18, 570 s.