26 Paolo III. 1534-1549. Introduzione. clusione un affare.1 Ognuno sentiva la superiorità diplomatica del Farnese, che da cardinale era riuscito a rimanere in buone relazioni con sei papi di tendenze affatto diverse e, fra i partiti acutamente in contrasto degli imperiali e dei francesi, a comportarsi così neutralmente da non suscitare diffidenza in alcuno dii essi e da essere in ambedue in istima. Elevato alla dignità suprelma, Paolo III continuò con pari abilità e per un decennio con innegabile successo il « giuoco diplomatico» di non guastarsi nè con Carlo V, nè con Francesco I.2 Che se la politica di neutralità da lui osservata con tanta cura e che a lui, uomo di molta esperienza e avveduto calcolatore, appariva l’unica via giusta, assunse sovente l’aria d’una punta contro l’imperatore, dio ebbe il suo fondamento nella preponderanza degli Spagnoli su territorio italiano, però senza che i Francesi venissero favoriti come essi speravano e desideravano.3 Assai meglio del disgraziato predecessore riconoscendo la sua posizione di capo della Chiesa, il papa siccome mediatore imparziale cercò di ristabilire nella cristianità la pace, ch& in vista del crescente pericolo turco, era doppiamente necessaria. Con zelo altrettanto encomiabile egli si adoperò come per un durevole componimento dei grandi contrasti europei, così onde salvare in Italia l’indipendenza politica della Santa Sede e insieme il resto di indipendenza politica rimasto a questo infelice paese dopo il trionfo della signoria straniera sotto Clemente VII.4 Disgraziatamente fin da principio questa mira a fini sì alti fu turbata e rovinata da un nepotismo spesso fuor di misura. In seguito Paolo III sacrificò più volte interessi superiori anche di natura ecclesiastica alla politica di casa Farnese :5 solo troppo di frequente egli1, per la sollecitudine a favore dei suoi teneramente amati, perdette di vista i vasti suoi disegni riflettenti la pace e la crociata, unendo però le due cose sempre che il potesse. 1 Cosi Lorenzo Monaideschi in un« * lettera ai conservatori di Orvieto in data di Roma 5 gennaio 1547. Archivio civico in Orvieto. 2 Vedi Bboscr in MitteUungen des osterr. Inntituts XXIII. 128. » Ofr. 0 apasso I, 45 e Friedensburg in Hist. Zeitschr. XOII. 388. Quest’ultimo giustamente osserva : «Le tristi esperienze fatte dal Mediceo (Clemente VII nell'adesione alla Francia contro la Spagna), fecero vedere che il papato col suo seguito non era forte abbastanza per procacciare, col suo aderire ¡ad una delle due potenze rivali, la preponderanza a questa sull’altra e che in generale il parteggiare del papato in caso di vittoria della grande potenza amica ben poco poteva recargli d'utile, mentre nel caso contrario lo danneggiava insanabilmente, prescindendo affatto dalla circostanza che in nessun caso poteva tornare gradito alla Curia, che uno dei due concorrenti soccombesse intieramente, perchè alloi-a la pressione del vincitore, fosse esso stato prima l'amico o di nemico, sarebbe stata in tutti i modi intollerabile ». Ofr. anche Cardausrs, Karl Paul ¡III. und Frane I. 148 s. 4 Vedi Gap asso, Politioa I, 41 s., 55. s Invano cerca di negarlo Wensing, Pana Paulm III (s' Hertogenbosch 18S8) V, 889 s.