Propaganda protestante in Italia. intervenire anche contro un membro del recente Ordine dei Cappuccini, che aveva predicato eresie a Lucca. Nello stesso tempo il cardinal Grimani ricevette pieni poteri contro eretici, che erano stati scoperti ad Aquileia, Ceneda e Concordia. Nel luglio del 1540 fu data istruzione al vescovo di Venosa, di procedere contro un Minorità, il quale aveva combattuto l’indulgenza stabilita per la costruzione della chiesa di S. Pietro.1 Come per ¡’addietro, pareva che anche ora il maggior pericolo fosse nel territorio veneto, specialmente a Vicenza, dove nel novembre del 1540 il papa proibì tutte le dispute sulla predestinazione e il libero arbitrio; ma anche da Milano, anzi persino da Bologna e Firenze, venivano notizie inquietanti.2 La fama ingrandiva di vantaggio il pericolo. I protestanti tedeschi si gloriavano in modo apertissimo dei loro successi in Italia. Addì 19 novembre 1540 Vauchop riferiva al papa da Worms, che i neocredenti tedeschi vantavansi di possedere fra poco 30,000 seguaci in Italia.3 Questa la era una grande esagerazione, ohè soltanto in pochi luoghi l’eresia penetrò ili larghi circoli del popolo: in generale erano principalmente i dotti ed umanisti come pure religiosi tralignati quelli che inclinavano alle novità : solo al principio del quarto decennio del secolo xvi venne infetta una parte maggiore della popolazione a Lucca e Modena, marzialmente anche a Siena,4 Per la Chiesa il pericolo maggiore è sempre se sotto l’apparenza di mira a un grado più alto di pietà opinioni divergenti in materia eli fede vengano diffuse sì segretamente da sfuggire alla cognizione delle autorità ecclesiastiche. Questo caso capitò principalmente a Napoli. Centro del movimento fu là uno straniero, che l’accoglieva attorno a .sè un grande circolo di amici, ai quali insinuava idee errate, di cui i più non sospettarono per lungo tempo il pericolo. Era costui il castigliano Juan Valdes, fratello gemello clelPumanista Alonso, che nel settembre del 1526 componendo lo scritto politico imperiale contro Clemente VII aveva adoperato un linguaggio quale era in uso presso i seguaci di Lutero.5 A questa polemica prevalentemente politica aveva partecipato anche Juan col dialogo Mercurio e Caronte, che venne stampato insieme al Lattanzio, uno scritto del fratello egualmente ostile al papa. Ciò non ostante, fatta la pace tra Clemente VII e Carlo V, egli ottenne 1 Vedi Fontana, Docum. 370, 374. 377. 2 Ibid. 378, 380, 382; Moban, ,Spici!. I, 21. Cfr. Winkelmann II 2, 627; Uattistfxla. S. Offizio in Bologna 11 s., 24. .Sull’azione del vescovo Vida a Albn v. Arch, star. Lomh. 3 (Serie I (1894), 20. 3 AIoran. Spicil. I, 20. 4 Ofr. I*. Piccolomini, Docum. Vatic. sull'eresia in Siena durante il sec. xvi, *iena 190S, 7 s. Altre nuove comunicazioni in proposito pubblicherà P. Piccolomini dall’Archivio di Stato in Siena. 5 V. le nostre notizie in vol. IV 2, 231.