Miglioramento nelle condizioni di Roma. 229 scudi1 e ciò era tutto, sebbene, come risulta dalla rassegna comunicata daH’ambasoiatore veneto Dandolo, Paolo III 'avesse elevato a circa 700,000 scudi annui le entrate ordinarie dello Stato ecclesiastico. 2 Nella rassegna del Dandolo l’introito della dogana di Roma è dato in 92,000 ducati, quindi 20,000 più che nel 1536, aumento significativo per lo slaoiiciio, che la città aveva preso sotto il papa Farnese, Poiché Roma rimase esente da torbidi guerreschi, poterono poco a poco cicatrizzarsi le ferite prodotte dal tempo di Clemente VII e colme il benessere così crebbe anche il numero degli abitanti. Non andarono deluse lè speranze che il popolo aveva legate all’elevazione d’un concittadino. Il papa promosse l’agricoltura nella Campagna e diedesi pensiero perchè venissero importate in copia vettovaglie, specialmente negli anni di carestia.3 L’attività che svolse nel campo artistico, specialmente l’impianto di nuove strade in Roma, tornò molto utile agli abitanti, nè meno l’ordinamento delle cose monetarie. 1 Purtroppo non ottennero successo le premure per ovviare all’inconveniente degli 'accattoni, una piaga che nell’eterna città dura fino ad oggi.5 Eziandio la pubblica sicurezza, a dispetto della rigida giustizia osservata da Paolo III, lasciava molto a desiderare. 6 Ma questi ed altri mali sembravano cose secondarie.7 II 1 Massarelli (Dòllinger, TageMcher I, 267) dà 266,000 ducati, con che 1 oucoi'da in sostanza la * relazione ‘di L. gergiardi dcll'll novembre 1549 (260,000 ciuciati. Archivio di Stato ¡in Siena). Il ciato più alto in Carte Strozz. I, 1, 432, sd spiega certo con questo, che, come nell’ailtro di Brosch (I, 188) iomidiato su Alberi 2 Serie III, 343, vengono computate le cose decorative. Secondo la * relazione dii Buomnni del 12 novembre 1549 non si trovarono in Castello che 150,000 scudi. Archivio di S t a t o i n Firenze. 2 Albèri 2 Serie III, 351 s. 3 Cfr. Amasaeus 58; Venuti, Numhmata 75; Benigni, Getreidepoliiile 32; Mieeixa, I Papi e l'agricoltura 85 si * Ned 1542 venne emanato un ordine, secondo il quale tutte le zecche dello Stato pontificio dovevano battere moneta alio 'stesso « peso e lfego » di quella ■li Roma (Vettori, Il fiorino d'oro, Firenze 1738, 343; cfr. Garampi, App. 256e.; 262 s.). Anche al presente il popolo dèlia Campagna romana conta a paoli. Fa menzione dii falsifica Milotne di monete in Roma F. Peregrino in una * lettera idiel 22 febbraio 1537 (Archivio Gonzaga in Mantova), in Benevento il nunzio napoletano fin una * lettera a, Monis. Durante del 3 mag- io 1544. Archivio segreto pontificio A. I, Ordo I, voi. Q. 5 Cfir. in App. n. 60 la »lettera dèi deputati delU poveri mendicanti i) Paolo III del 6 dicembre 1542. A i‘ c bivio di Stato in Parma. 6 V. * Ephem in Cod. Vatic. 6978, f. 139b della Biblioteca Vaitica n a. Celebrano la buona giustizia Amasaetjs (p. 59) e Pvnvinius (p. 377). Cfr. in vvoposàto specialmente la * Relazione in Cod. Bolognetti 290, f. 4-5 deli' A. r-<■ hivio segreto pontificio. Giovio, Lettere 931» e Rodocanachi, I.es 'nstitutions commundles de Rome, Paris 1901, 264, 268 s. V. anché il * Diarkim >!i Blasius he Martinellis sotto il 9 novembre 1537 (Archivio segreto Pontificio). Da Atti Mod. VI, 204s. risulta che egregio uomo era Pier Antonio de Angelis, governatore di Roma nel 1542. 7 Vedi Rettmont III 2, 784. Sulla ¡prostituzione in Roma vedi Luzio, Are-