90 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 2. salutare governo.1 Il Caccia presentò immutata al nuovo papa la sua scrittura, nella quale, fondato su conoscenza di lunghi anni delle condizioni romane, abbozza un quadro veramente impressionante dello stato oltre modo triste delle cose ecclesiastiche. Le nobili, pure intenzioni del Caccia, il suo ardente zelo per « una santa riforma» e restaurazione d’una «disciplina evangelica», fanno capolino da per tutto, sebbene, come in simili casi non avviene che troppo spesso, i suoi ragionamenti di forte colorito rettorico non contemplino quasi altro che il male, per cui egli non può venire assoluto da partigiana esagerazione: ad es. nel bel principio egli dice : « io veggo come la nostra santa madre, la Chiesa, dalla quale dipende la nostra salute, sia totalmente cambiata in altra forma, che pare non abbia alcun segno del suo essere evangelico e non può trovarsi in lei traccia alcuna d’umiltà, frugalità, continenza e vigore apostolico».2 La sua buona volontà di corrispondere per quanto possibile al desiderio generale che venissero eliminati gli abusi cresciuti in modo gigantesco, addimostrò Paolo III al principio del suo governo come coll’accettare la dedica della scrittura del Caccia coraggiosa oltre l’ordinario, così ed "ancor più con una serie di dichiarazioni e provvedimenti, che annunciavano una definitiva rottura colla nefasta politica irresoluta di Clemente VII. Di già nell’allocuzione fatta ai cardinali il 17 ottobre 1534 intorno alle grandi questioni del tempo, il papa insieme al concilio e allo stabilimento della pace nella cristianità toccò la riforma degli ecclesiastici, che doveva cominciare dall’alto.3 Nel primo concistoro dopo la sua incoronazione, tenuto ai 13 di novembre del 1534, egli dichiarò, che al concilio ecumenico bisognava andasse avanti una riforma della Curia e del Collegio cardinalizio4 ed inculcò l’uso dell’abito ecclesiastico per tutti i chierici senz’eccezione.5 Corrispondentemente a ciò addì 20 novembre il papa istituì una commissione per la riforma dei costumi composta dei cardinali Piccolamini, Sanseverino e Cesi incaricando in una i cardinali Campegio, Grimani e Cesarini di sot- 1 * « Fauna enim attulit, te cardinaliulm omnium suffragiis sine largitione, sine fraude, sine vi, sine potentia, sine contentione, sine controversia, sine ne-quissima ambitus suspitione in excelsa b. Petri sede cum summa omnium gratu-latione fuisse collocatali, quod forte nostra p&trumque nostrorum memoria ante te contigit nemini ». Cod. Vatic. 3659, t. ib della Biblioteca Vaticana. 2 Vedi * Cod. Vatic. 3659, f. 78 ; cfr. 90b. 3 Vedi Gualterius presso Raynàxd 1534, n. 2. * * « Rornae die veneris 13 Nov. 1534 iS. D. N. primum consistorium habuit, in quo morum honestatemi et gravitatem summa icuni prudentia revmorum domi-norum laudavit ». (Acta Conceit. 3, f. 115 nell’A rchivio concistoriale del Vaticano). Qfr. la relazione di Sanchez del 20 novembre 1534 presso Buoholtz IX, ,120. * V. la »relazione di-G. Busdraghi del 14 novembre 1534 (Archivio di Stato in Lucca) in App. n. 5.