670 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 14 a. In tale veste andò a Lucca, dove alla metà del 1541 venne eletto priore di S. Frediano.1 Con sorprendente rapidità egli seppe farsi amato nella sua nuova residenza. I lucchesi accorrevano a schiere alle sue prediche e la grande basilica di S. Frediano era appena capace di contenere gli uditori. Ben presto attorno al priore altrettanto eloquente che erudito si raccolse anche un circolo di scolari entusiastici. Quanto più esattamente veniva a conoscere Lucca, tanto più Vermigli vedeva chiaro quale terreno favorevole ivi si offrisse per la diffusione delle sue novità. In virtù del commercio colla Germania molti abitanti erano venuti a conoscere da vicino il luteranesimo, nè mancavano ecclesiastici, specialmente religiosi, che Terrore aveva attaccati. Oltracciò l’arcivescovo stava assente e le autorità governative erano molto indulgenti, in parte anzi segretamente non avverse alle novità : infatti erano già state abolite le rigide leggi circa la quaresima e la celebrazione delle feste dei santi e sospesa la partecipazione delle autorità alle funzioni. Tutto questo diede al Vermigli il coraggio di farsi sempre più fuori colle sue vedute eretiche nelle prediche ed anche altrimenti, di formare nello stesso spirito i suoi novizi, anzi di esortare in S. Frediano coloro che facevano la comunione, a considerare il Santo Sacramento solo come memoria della passione di Cristo. Malgrado tutta la prudenza usata dal Vermigli, questa azione non potè rimanere nascosta alla curia ed ai suoi superiori. Già nell’aprile del 1542 egli temeva una punizione disciplinare, che cercò di prevenire inducendo il senato ad inviare una lettera elogiosa ai suoi superiori, in cui si dichiarava essere difficile a dirsi quali effetti avessero avuto le sue prediche quaresimali : si lasciasse loro ancora a lungo queiregregio uomo.3 Ma frattanto il vicario generale aveva notificato al Cardinal Guidiccioni a Roma il vero stato delle cose. In seguito a ciò il cardinale addì 28 giugno 1542 diresse una severa lettera al governo della sua patria rimproverandone la trascuratezza e ammonendo perchè procedesse.4 I lucchesi cercarono in ogni guisa di tranquillare il cardinale e il papa. A mezzo d’un inviato speciale fecero assicurare che intendevano di rimanere fedeli sempre aH’antica fede e atlla Santa Sede. Ad uno dei principali aderenti del Vermigli, Celio Secondo Curione, 1 Vedi Bongi, Invent, il. ardi. d. Lucca I, Lucca 1872, 352. 2 V. loc. cit. 352 s. 3 (Tfr. Sforza, Nikolaus V. (rlettiseli von Hobak, Innsbruck 1887) 143. 276 a. : Benincusa, Guidiccioni 101 s. ; /Schweitzer, Guidiccioni 195 ; Giorn. d. lettila! XIV. 50 s. * Ofr. 'Bongi loc. cit. ;353 ; ¡Schweitzer 190. s Bongi loc. cit.