La scultura sotto Paolo III. 731 c. La molto celebrata quiete e il benessere di cui Roma godette sotto il lungo pontificato di Paolo III,1 l’interessamento e lo zelo del papa, dei suoi nepoti e dei ricchi cardinali dovevano tornare di vantaggio a tutti i rami dell’attività artistica.2 Variamente però la quantità delle produzioni non corrisponde alla qualità. Questo vale in ispecie per le opere di scultura, la quale ancor più che sotto i papi medicei occupa una posizione subordinata. Prescindendo dal lombardo Guglielmo della Porta, che ripetute volte, particolarmente come restauratore di antichità, fu occupato da Paolo III, quasi tutti i noti scultori allora attivi al servizio papale furono toscani : così Lorenzetto, Bandinelli, Ammanati, Raffaello da Mon-telupo, Per ino da Vinci, Giovanni Antonio Dosio, Nanni di Baccio Bigio, Simone Mosca, Montorsoli, Zacchia.4 Nella scultura costituiva regola Michelangelo, anche per coloro che personalmente l’osteggiavano. Il Maestro, sostenuto dal favore del papa, faceva continuamente stupire tutti colle sue opere come colla singolarità del suo carattere. Addì 10 dicembre 1537 gli venne conferito l’onore supremo, che la città eterna potesse dare, il diritto di cittadinanza romana.5 I colleghi d’arte, sui quali la sua maniera individuale e sovrana influì fatalmente, sollevavano lo sguardo a lui come a un patriarca : ogni giudizio suo godeva somma autorità. Lo si riconosce chiaramente dalla descrizione delle antiche statue di Roma composta nel 1550 da Ulisse Aldrovandi, nella quale non ostante tutta la brevità, ogni volta è notata la lode che Michelangelo tributava a questa e quell’opera, che, come il Torso d’Èrcole o YAmazzone nella collezione del Cardinal Cesi, lo attnae- 1 Cfr. l'iscrizione ora sparita : Paulo III P. M. auree securitatis authori Prosper Mochus nvuniendae urbis curator posuit 151,6 in Forcella XIII, 173: v. anche Amasaeus 56 s., 02 s., e la * poesia di Martius Alterius in Cori. T'ntio. 3691 della: Biblioteca Vaticana. 2 Sui nepoti e cardinali promotori dell’arte vedi Muntz, Hist. Ili, 236s. 260 s. 3 Vedi Vasari VII, 225; Mèi. iVarchéol. IX, 54 s. Pagamenti pei' G. della Porta presso Berto lotti, Speserie 188, 190, 207, 211 e Art. Lomb. I, 132; Lantani, Scavi III, 265. 4 Vedi Muntz l.oc. ciit. Ili, 235; Keumont III 2, 723 s. Di Zacchia è la statua in marmo di Paolo III nel Palazzo pubblico a Bologna. Lo scultore belga Paolo Albus, che svegliò grandi speranze, morì prematuramente nel 1538 ; la sua lapide a S. Croce in Gerusalemme, che Forcella (VII, 192 s.) non Dotè vedere nel 1876, è ora nuovamente collocata nella detta chiesa presso l'ingresso sinistro, Su Pietro Stella morto nel 1543 vedi Bertolotti, Artisti Veneti 24. 5 Vedi Gregorovius, Kleine Schriften I, 249 s. Sull’esenzione di Michelangelo dalla giurisdizione della maestranza degli scatrpelUni e marmorarii vedi I’ogatscher presso Steinmann II, 753 s.