820 Appendice. stati loro sono sotto la p rotei t ione d’essa Mtà, et finalmte si verrebbe a ingarbugliar tutta Italia, di maniera che per tali consili il papa discorrendone con Castro si risolve di pregar il re, che sia contento comandargli ogn’ altra cosa eccetto che questa dichiaration, perchè non solamente allui, ma a tutto il mondo farà conoscer con l’opere, che in ogni modo è Francese et con denari et con genti sotto color di mandargli contra Inghilterra, non mancherà d’aiutarlo et favorirlo sempre, la dove questa dichiaration potrebbe tornargli in danno grande et senza alcuno profitto di S. S., così sono rimasti insieme in questa conclusione. Il papa onninamente voleva far cardinali a queste ceneri cioè tre o quattro de suoi, ma il buon iduca, eh’è stato quattro ■dì a posta in palazzo per queste consulte dette disopra, l’ha confortato a non farli, dicendo, che se ancho non ne faceva a petition de principi, ¡saria stata cosa con dispiacer de tutti massimte del re et dell’ imperator, seben esso imperator non ne domanda et che mostri non se ne curar, neancho delli già fatti. Pure Burgos ha fatto intender a iS. iS., che ,S. Mtà si truova pochissimi cardinali, per esserne mancati assai, et che tanti ve ne sono di Francesi, et ogni dì più se ne fa, ch’ella idi doi cardinali non solamente resterebbe contenta, se non ne li avesse almeno • 4 o 5. I’erliò tale creatione s’è diferita con disegno d’essequirla il dì del letare che seguirà, et sarà la domenica avanti quella di passione, et ha scritto al re, che se non gli fosse dispiacer, non vorrebbe far cardinali ad instantia de principi, per non ne far all' imperator, pur ancho s’accommodarà al voler d’esso re. Et così secondo la risposta ch’averà si governerà, et ne fa ogni modo o pochi o assai. Farnese ha riferito a S. S., eh’ el imperator non gli lasciò finir l'ambasciata, che interrompendolo gli disse: Monsor voi havete Monreale per noi, vostro padre il ducato di Novara, il duca Ottavio ha la nostra diletta figliuola con 20m se. d’entrata, et per far piacer a S. S., habbiamo tolerata la rovina di doi eariss' amici nostri il duca id’Urbino et il s. Ascanio Colonna, che con un sol nostro cenno haveriano fatto del mal’ assai, et poi siamo trattati così, che un vicario idi Christo, che ancho ha ricevuti tanti benefici da noi, si voglia adherir al re di Francia o piutosto al Turco nimici espressi della fede, onde si doleva amaramte di S. S. et gli disse, che dovesse per suo bene farla avertita, che guardasse ben bene ciò che faceva, che non le intraven esse di quel che fece a Clemente, bravando un poco a tale che lo rimandò confuso. (Ora, mons. mio revmo, quanti mesi et forse anni sono che io dico a V. S. Bma, ch’el papa è Francese, lo veld erà pur mo et lo toccherà con (mano, se poi gli avisi miei non sono accetti et che non facciano frutto, patientia, almeno mi consola questo eh’ ella conoscerà la verità, perchè nel primo concistoro si leggerà la pragmatica. Minuta in Cod, fiarb. Ut. 5792, f. 18-19b della Biblioteca Vaticana.