54 Paolo III. 15&H549. Capitolo 1. Addì 29 maggio 1536 venne approvata in concistoro la bolla di convocazione. Nello stesso tempo Paolo III emanò un decreto in forza del quale, qualora egli venisse a morire durante il concilio, l’elezione pontificia spettava unicamente ai cardinali, non al sinodo ecumenico.1 Nel concistoro seguente del 2 di giugno si pubblicò la bolla in data di detto giorno, 2 che due dì dopo venne promulgata mediante l’affissione a S. Pietro, al Laterano, alla Cancelleria e in Campo de’ Fiori.3 In questo documento Paolo III rileva le cure procurategli dalle eresie, dalla riforma della Chiesa, dalle guerre nella cristianità e loro tribolazioni Dopo matura riflessione avere egli trovato non darsi in proposito rimedio migliore di quello di mettersi per la via, che gli antenati avevano riconosciuta ed esperimentata siccome la più facdente allo scopo in casi simili, la convocazione d’un concilio ecumenico. Fin da quando era cardinale avere egli desiderato il concilio, da quando poi era stato elevato al pontificato essersi espresso a favore del medesimo ed averne dato notizia ai principi. Ora coll’assenso dei cardinali convocarlo egli a Mantova, luogo sicuro e comodo e adatto ad accogliere tale assemblea. Tutti i patriarchi, arcivescovi, vescovi e abbati sono invitati a trovarsi là per il 23 maggio 1537.1 principi dovevano deputarvi i loro inviati qualora fossero impediti di parteciparvi essi stessi. Del resto sperare nella loro comparsa in persona, poiché fin dal tempo di Clemente VII e poi anche durante il presente pontificato, l’imperatore in nome proprio e in quello del fratello Ferdinando aveva insistito sul concilio : anche Francesco I essersi dichiarato d’accordo su esso. Invita quindi tutti i principi a lasciare andare liberamente al concilio tutte le persone dei loro territorii che intendessero parteciparvi, affinchè a mezzo di tale assemblea sia disposto ciò che è utile e profittevole per la gloria di Dio, per l’esaltazione della Chiesa, per l’estirpazione delle eresie, per la concordia e benessere dei fedeli e per la realizzazione d’una crociata generale contro gli infedeli. Nel-l’intimazdone era evitata qualsiasi menzione della forma come pure il riferimento ai concilii precedenti, urtante per gli Stati e teologi protestanti. Nel concistoro del 9 giugno 1536 si compì in primo luogo la nomina di tre cardinali legati, che dovevano notificare la promulgazione della bolla all’imperatore, al re di Francia e al re rojmano, cioè Caracciolo legato presso l’imperatore, Trivulzio presso Francesco I, Quiñones presso Ferdinando.4 Alla fine di luglio vennero stabiliti 1 P.u.r.AViciM loc. cit. ai. 10. Ehses IV, 2. 2 II testo della bolla presso Ehses IV, 2-6. Sulla data vera della medesima (2, non 4 giugno) cfr. ibid. 3, n. ed Ehses in Rom. Quartalschrift XII (1898), 225. s II documento relativo in Ehses IV, 6. * Aota consist. presso Ehses IV, 7, n. 1. Le lettere credenziali per Ca-