8 Paolo III. 1534-1549. Introduzione. nel resto diverse discrepanze dai dati del Sergardi. In essa figurano strettamente uniti Grimani, Cesarmi, Salviati e Ridolfi, le trattative de’ quali cogli imperiali non condussero a risultato alcuno. Circa il partito italiano il cardinale Gonzaga osserva, ch’esso si gloriava d’essere forte di 10 uomini, mentre in realtà non sarebbero stati che 4. Quanto al partito francese il cardinale fa gli stessi calcoli del Sergardi.1 Capo dei francesi era l’energico cardinale Giovanni di Lorena, sebbene le trattative cogli altri membri del conclave fossero condotte dal Tournon.2 Gli aderenti di Francesco I si tenevamo stretta-mente uniti e si posero all’opera con grande prudenza: essi tennero accuratamente nascosto chi fosse il loro candidato e fecero apparir chiaro soltanto una cosa, cioè che escludevano qualsiasi spagnolo e tedesco, insieme però anche italiani dai sentimenti imperiali, come Campegio e Piccolomini.3 Per la libertà del conclave fu di grande importanza che esso cadesse nel momento di una certa stanchezza politica avveratasi come per necessità di natura dopo i grossi avvenimenti del pontificato di Clemente VII. Per fortuna non si verificò il timore da molti espresso già negli ultimi giorni dii questo pontefice, che il contrasto dei partiti imperiale e francese condurrebbe a uno scisma.4 Francesco I capì essere impossibile l’elezione d’uno apertamente francese e dichiarò d’essere soddisfatto d’un neutrale, come Farnese,5 lasciando totalmente ai suoli aderenti l’attuazione dei suoi desiderii. Anche Carlo V non tentò di esercitare maggiore influenza e si Contentò in sostanza di raccomandare che i cardinali tenessero dinanzi agli occhi la dignità della Santa Sede come pure la pace della cristianità e dessero i loro voti a un individuo non di partito. Come tali insieme a Cornaro, Ferreri e Grimani l’inviato imperiale fece il nome di Farnese notando però che da parte del suo signore non aveva speciale incarico per alcuno di questi candidati. In questa eleziione l’azione delle due grandi potenze si limitò talmente, che re Ferdinando I credette di agire secondo l’intenzione del fratello dando al proprio incaricato d’affari in Roma l’istruzione di lavorare a tutta possa per l’elezione del cardinale Bernardo Cles.6 Nessuno degli altri Stati svolse attività degna di nota per influire sugli elettori. 1 Cfr. in .App. n. 2 la redazione 10 ottobre 1534 del cardinale E. Gonzaga (Archivio Gonzaga in Mantova), che si distingue vantaggiosamente dalla relazione ottimista del ISanchez (presso Wahrmund 255). 2 Vedi la relazione del vescovo dii Aosta in Petrttcelli II, 3. 3 V. jn App. ti. 2 (la * relazione /IO ottobre 1534 del cardinale EX Gonzaga. 4 Ofr. il * dispaccio 24 'agosto 1534 di F. Peregrino in App. n. 1 (Archivio Gonzaga in Mantova). 5 Cfr. il dispaccio di G. Feruffini in Capasso, Politica I, 4. 6 A’edi Bucholtz IX, 125; Wahrmund 255: Lanz II, nr. 381; Gayangos V 1, n. 85, 89, 92, 981, 100; iSägmüiaer 170 s., 229. iSulla condotta dell’inviato